ArtVerona, linguaggi dal classico allo sperimentale
Il prossimo fine settimana 150 gallerie da tutta Italia in Fiera
«Für Paul Celan». L’opera di Anselm Kiefer, la prima a Verona del maestro che più di ogni altro rappresenta la complessità dell’arte contemporanea, si trova da ieri (e fino a dicembre) nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Verona. È stata quest’opera, dietro alla quale sta un gioco di rimandi al crollo e al ritrovamento della fiducia nel linguaggio delle arti e della poesia dopo la tragedia dell’Olocausto, ad accogliere gli intervenuti alla presentazione della quindicesima edizione di ArtVerona, la terza diretta da Adriana Polveroni. Una manifestazione che si conferma essere frutto di una rete di collaborazioni, andando ben al di là dell’appuntamento commerciale che vedrà riunite in fiera circa 150 gallerie d’arte da tutta Italia, da venerdì 11 a domenica 13 ottobre, tra i padiglioni 11, dove l’arte è quella già storicizzata, e 12, indirizzato alla sperimentazione, all’arte giovane e al no profit. E pur essendo a vocazione soprattutto nazionale, la fiera nelle ultime edizioni ha intensificato lo sguardo anche al panorama internazionale con la sezione Grand Tour, dove compaiono le gallerie che all’estero promuovono gli artisti italiani, ma anche con Focus on, puntata quest’anno sulle Repubbliche Ceca e Slovacca. Tra le collaborazioni che hanno reso ArtVerona anche, e soprattutto, un appuntamento culturale, c’è il Comune di Verona con la Galleria d’Arte Moderna, la Fondazione Cariverona, nella cui sede sarà ospitato un altro degli eventi collaterali, la doppia mostra per Mirko Basaldella e Carlo Zinelli, e la rete di collezionisti e privati che sostiene la manifestazione. Da sottolineare l’apertura di nuovi spazi come le ex gallerie del Mercato ortofrutticolo, di fronte alla fiera, che venerdì e sabato saranno animate dall’installazione Loony park di Norma Jeane, a cura di Paola Tognon, dalla musica elettronica del Path Festival e dalle persone che prederanno parte a questo «parco della follia». Nella cornice rinascimentale del Giardino Giusti, un altro spazio viene aperto grazie all’arte, con To be played, a cura di Marta Ferretti e Jessica Bianchera, selezione di video degli artisti generazione anni 80. E ad essere animato dall’arte sarà addirittura un intero quartiere, quello di Veronetta, con la «Quarta notte di quiete» di Christian Caliandro.