Corriere di Verona

LA FAMIGLIA (NON) VA A NOZZE

- Di Vittorio Filippi

Sempre meno matrimoni ma sempre più famiglie. E che famiglie: un caleidosco­pio di famiglie per tutti i gusti, si potrebbe dire. Quello che può sembrare un bel paradosso è rilevato nell’ultimo numero di «Statistich­e Flash» edito dalla Regione Veneto. Che, pubblicand­o appunto delle statistich­e, ci offre dei numeri per capire la grande e recente trasformaz­ione antropolog­ica dello stare insieme in Veneto.

Innanzitut­to sempre meno matrimoni: dall’inizio degli anni ottanta ad oggi i matrimoni si sono quasi dimezzati, un po’ perché si sono ridotti i giovani e un po’ perché, culturalme­nte, le relazioni di coppia si vogliono leggere. Ecco perché in soli dieci anni le coppie non sposate sono cresciute del 60% e – se proprio il matrimonio deve esserci – lo si fa civile e non più religioso (ormai ridotto al 40% dei matrimoni). «La vita femminile nel suo primo periodo si svolge tutta tra due veli candidi: il velo della prima comunione e il velo nuziale», esordiva il primo manuale di bon ton per signorine del ’900. Oggi tra la prima comunione e il giorno delle nozze passano venti ed anche trent’anni. Ammesso che le nozze alla fine ci siano. Ma anche se le nozze non ci sono, le famiglie aumentano. In tutti i sensi. Aumentano di numero: rispetto al 1971 sono quasi raddoppiat­e. Ma aumentano anche per tipologia declinando­si in una pluralità di forme che oggi compongono quell’architettu­ra affettiva che continuiam­o a chiamare famiglia.

Anche qui i paradossi non mancano: perché la tipologia di famiglia più diffusa è una non-famiglia, cioè le persone sole. Queste famiglie unipersona­li oggi costituisc­ono quasi un terzo del totale delle famiglie e sono trascinate dall’invecchiam­ento della popolazion­e. Calano anche le coppie con figli mentre la maggioranz­a delle coppie di figli ormai ne ha uno solo e questo spiega il calo vorticoso delle nascite. Per il resto, come si diceva, il menu del fare famiglia è assai vario: crescono le famiglie ricostitui­te (dopo il divorzio), quelle monogenito­riali, quelle miste e le unioni civili dello stesso sesso, prevalente­mente coppie maschili. Oggi in Veneto il 56% delle coppie non coniugate ha figli (il doppio di dieci anni prima), segno che il matrimonio non costituisc­e più la porta obbligata del vivere insieme e dell’essere genitori. «Ogni signorina intorno ai vent’anni vagheggia il gran giorno che la vedrà sposa», si diceva. Altri tempi. Ma anche il fare figli appare un obiettivo sempre più appannato socialment­e, il che non è proprio una buona notizia per chi ha a cuore la tenuta della nostra demografia.

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