Corriere di Verona

Catullo, il Comune avverte «Possiamo andare da soli»

Patti parasocial­i in scadenza, il nodo della proroga. In gioco governance e investimen­ti

- di Lillo Aldegheri

VERONA«Venezia non accetta proroghe? Pazienza, abbiamo la forza per andare avanti comunque», afferma il sindaco Sboarina. La tensione, già altissima da più di un anno, torna ai livelli di guardia. Giovedì prossimo, 10 ottobre, scadono i «patti parasocial­i».

«Venezia non accetta proroghe? Pazienza, abbiamo la forza per andare avanti comunque». I soci veronesi (e trentini) dell’aeroporto Catullo accettano la sfida sul futuro del nostro scalo. E la tensione, già altissima da più di un anno, torna ai livelli di guardia. Giovedì prossimo, 10 ottobre, scadono i «patti parasocial­i» che regolano i rapporti tra i due maggiori azionisti: da un lato i veneziani di Save, dall’altro la società Aerogest, che raggruppa Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona, più la Provincia di Trento. Come abbiamo scritto ieri, l’assemblea di Aerogest aveva esaminato le ipotesi di nuova intesa, preparate da un pool di avvocati e dalla società Arcadia. Ma nella stessa giornata, da Venezia era arrivato una sorta di ultimatum: «Non sono in programma proroghe dei patti – tuonava infatti Save – e siamo invece sorpresi perché, a 10 mesi di distanza, ci è stata più volte promessa una nuova bozza di patti parasocial­i, ma ancora non abbiamo visto nulla».

Da Verona, d’intesa con tutti i soci di Aerogest, arriva però la replica altrettant­o secca del sindaco, Federico Sboarina: «Nell’assemblea Aerogest – spiega - abbiamo deliberato l’assenso ad una eventuale proroga nel caso in cui non riuscissim­o a rispettare la scadenza del 10 ottobre. Del resto, - aggiunge il sindaco la volontà di avere obiettivi concreti di crescita si era già palesata con la disdetta dei patti parasocial­i, dal momento che lo scenario attuale è molto diverso da quello della precedente sottoscriz­ione. Oggi, c’è la necessità di sedersi in maniera paritetica al tavolo con il partner industrial­e, ma – sottolinea il sindaco lanciati nel caso in cui non ci fosse possibilit­à di proroga poco cambia, anzi: si profilereb­be infatti lo scenario in cui vige esclusivam­ente lo statuto societario che vede Aerogest detentrice della maggioranz­a relativa delle quote con il 47%. E Comune di Verona, Camera di Commercio di Verona e Province di Verona e Trento – conclude Sboarina - sono coese nel rivendicar­e il giusto peso per i territori».

Un contro-ultimatum, insomma: voi non ci date il tempo per completare la nostra proposta? Pazienza, fa sapere Aerogest, abbiamo la forza per andare avanti da soli. In gioco c’è la revisione della governance (oggi il presidente è il veronese Paolo Arena, mentre l’amministra­tore delegato è Michele Cazzanti, indicato da Save) ma c’è anche il gigantesco piano d’investimen­ti da 65 milioni di euro già programmat­o. Se ci sarà un aumento del captale sociale, e se i soci pubblici di soldi non ne avessero, Save potrebbe aumentare le proprie quote, arrivando a conquistar­e la maggioranz­a assoluta della Catullo Spa. Per evitarlo, potrebbe avere un ruolo importante la Fondazione Cariverona, socia col 2,9% ed il cui presidente, Alessandro Mazzucco, ha più volte chiesto una svolta nella gestione aeroportua­le.

A questo proposito, il leader di Traguardi, (civica di centrosini­stra) Tommaso Ferrari, interviene per chiedere che «Comune e Cariverona facciano squadra». Secondo Ferrari occorre «evitare che con il prossimo aumento di capitale (inaccessib­ile per i soci pubblici) Save aumenti il controllo della Catullo Spa. L’ingresso di Save nella Spa – aggiunge Ferrari - è stato bollato come illegittim­o dall’ANAC, mentre con quella operazione, un soggetto privato che gestisce il nostro primo competitor (l’aeroporto di Venezia), finirebbe per detenere il controllo dello scalo di Verona». Secondo Ferrari «il Comune deve agire in partnershi­p con Cariverona e valorizzar­e l’hub aeroportua­le con la successiva vendita ad un partner industrial­e internazio­nale selezionat­o con gara pubblica».

Giova ricordare che Save detiene il 41,2% delle quote della Catullo SpA, mentre Aerogest ne possiede il 47% e Cariverona il 2,9 per cento.

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Trattative Un aereo sulla pista dell’aeroporto Catullo. Sale la tensione tra i soci pubblici veronesi e Venezia

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