Punta allo «sconto» la coppia delle babysitter violentate
Il pm chiedeva l’immediato, ma Altimari e la moglie scelgono il rito abbreviato
Rito abbreviato per la vicenda-choc delle ragazze adescate in Rete con il pretesto di un lavoro ma che si ritrovavano poi violentate tra i campi di Poiano. Stuprate e filmate, durante quegli interminabili minuti di terrore, con il telefonino dal loro aguzzino. Ora la «coppia diabolica» punta allo sconto.
Rito abbreviato per la vicenda-choc delle ragazze adescate in Rete con il pretesto di un’offerta di lavoro ma che si ritrovavano poi violentate tra i campi di Poiano. Stuprate e filmate, durante quegli interminabili minuti di terrore, con il telefonino dal loro aguzzino in aperta campagna dopo aver imboccato una stradina sterrata, là dove difficilmente qualcuno avrebbe potuto sottrarle a quegli abusi o, tanto meno, soccorrerle. Un incubo vissuto nei mesi scorsi da (almeno) tre giovani donne, ragazze che speravano di «arrotondare» con un lavoretto come babysitter, ma che invece sarebbero state trascinate in una vera e propria trappola hard. Dietro quelli che Squadra mobile e Procura hanno qualificato come sequestri di persona e violenze sessuali, per gli inquirenti si celerebbero menti e mani di quella che le cronache avrebbero poi ribattezzato «coppia diabolica». Indizi e prove a carico sarebbero talmente schiaccianti che già pridella della pausa estiva, a meno di sei mesi dall’apertura delle indagini, il pm Valeria Ardito ha chiesto per Mirko Altimari, 31 anni, e Giulia Buccaro, 28, il giudizio immediato. Secondo l’accusa gli elementi probatori non lascerebbero margine ad alcun dubbio: gli inganni per trascinare nelle campagne di Poiano quelle ignare baby sitter e poi le sevizie e le minacce sarebbero effettivamente avvenuti. E per questo, su iniziativa Procura, era stato sollecitato per entrambi, marito e moglie, il giudizio più rapido (quello immediato,appunto), procedura che non prevede l’udienza preliminare e che prelude alla possibilità di giungere a sentenza in pochissimi mesi. Di fronte a tale istanza da parte del pm,gli imputati potevano scegliere se patteggiare o accedere al rito abbreviato per usufruire di uno «sconto» (pari a un terzo della pena) in caso di condanna. Ed è stata proprio quest’ultima l’opzione scelta sia da Altimari (a cui l’accusa contesta tre episodi di sequestro e stupro), che dalla moglie Giulia (sospettata invece di due casi in concorso): nonostante si trovino detenuti in carceri diversi (Verona lei, Trento lui) e risultino difesi da avvocati differenti, i due hanno preferito la stessa strada giudiziaria, quella del rito abbreviato. E questo nonostante Altimari abbia finora respinto ogni accusa, dichiarando che le presunte vittime sarebbero «invece state consenzienti». Assistito dall’avvocato Fabiana Treglia (la moglie Buccaro è tutelata dal legale Marco Cinetto), il 31enne ha affermato che «quelle giovani cercavano lavoro, ho chiesto se per denaro avrebbero accettato rapporti sessuali con me e hanno accettato, tutte e tre. Non ho mai stuprato una donna - ha ripetuto -. Le cose non stanno così ». Ma la Procura è certa dell’esatto contrario.