Imprese veronesi, sì al lavoro flessibile
Giuslavoristi in Gran Guardia. Bauli: un sistema che migliora la produttività
Dal 2017 lo smart working, modalità di lavoro flessibile per luogo oppure per orari, è riconosciuta dalla legge. A due anni di distanza, il convegno dell’Associazione italiana giuslavoristi, fa il punto della situazione. Quanto a Verona, il modello fa parte della realtà di ogni giorno. «Abbiamo svolto un’indagine su 135 aziende – fa sapere il presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli – ben due terzi di queste hanno adottato forme di smart working».
L’errore più comune: considerarlo una forma di welfare. O, per dirlo in modo più diretto, un «favore» che l’azienda fa a un suo dipendente: «Ti lascio lavorare da casa», quasi come si regalasse mezza giornata libera. Dal 2017 lo smart working, modalità di lavoro flessibile per luogo oppure per orari, è una modalità riconosciuta dalla legge.
A due anni di distanza, il convegno dell’Associazione italiana giuslavoristi, che si concluderà oggi in Gran Guardia fa il punto della situazione. La maggioranza delle grandi aziende lo ha già adottato, le piccole e medie imprese seguono da grandi distanza ma ad essere più indietro di tutti è la pubblica amministrazione.
Quanto a Verona, il modello fa parte della realtà di ogni giorno.
«Abbiamo svolto un’indagine su 135 aziende – fa sapere il presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli – ben due terzi di queste hanno adottato forme di smart working. Non è solo un modello che viene incontro alle necessità di alcuni lavoratori, ma anche un sistema che migliora la produttività del lavoro: un incremento stimato nel 15%». Una differenza che, per un’azienda può valere molto in termini economici, ma che impone anche una rivoluzione culturale che entra negli uffici e nei capannoni oltre che rimanere al loro esterno. Un esempio? Una volta – prosegue Bauli – si temeva che i dipendenti perdessero troppo tempo davanti alla macchinetta del caffè. In azienda, adesso, abbiamo messo dei divanetti per creare un effetto bar: questo perché il tempo in cui si chiacchiera informalmente raramente va perso, viceversa diventa un’occasione per affrontare alcuni progetti».
Alla tavola rotonda «I tempi e i luoghi del lavoro», moderata dalla giornalista del Corriere della Sera Rita Querzè hanno partecipato anche Andrea Donegà, segretario lombardo della Fim, la federazione meccanica della Cisl, Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda e presidente della Fondazione Pirelli, Mariano Corso, ordinario di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, e Luciano Floridi, docente di filosofia ed etica dell’informazione e direttore del Digital Ethics Lab all’università di Oxford. Per Donegà «è fondamentale anticipare i cambiamenti della società, a cominciare da quelli demografici. Troppo spesso avere un figlio e lavorare sono due scelte alternative: il nostro Paese ha il più alto numero di mamme che abbandonano il posto di lavoro».
«Lo smart working – ha sottolineato Corso – non è un diritto, ma una filosofia manageriale che se applicata bene migliora l’engagement, ossia il coinvolgimento, dei dipendenti». Per Calabrò «si tratta di un modo per venire incontro alle esigenze di lavoratori e di imprese, in un momento in cui si prendono provvedimenti, tra cui Quota 100 e Reddito di cittadinanza, che oltre a uno spreco di soldi costituiscono un errore morale».
Floridi parla di passi necessari verso un «umanesimo industriale, un quadro in cui anche la rivoluzione tecnologica fa meno paura». Agli esperti di diritto del lavoro presenti in Gran Guardia sono arrivati, ieri, i saluti via telegramma del presidente Sergio Mattarella che ha ringraziato i giuslavoristi per «aver acceso i riflettori sui mutamenti dell’attività lavorativa all’interno di un’economia in continua evoluzione».
E oggi si parlerà di un altro tema caldo: i rider. Proprio ieri, in Senato, è stata trovata l’intesa: si prevede l’eliminazione, per legge, del cottimo.
Donegà È essenziale anticipare i cambiamenti della società
Calabrò Un modo per venire incontro ai lavoratori e alle imprese