Chievo, a Livorno un’occasione per Vignato Marcolini: crea molto, può essere decisivo
L’ultimo graffio del trequartista della Valpolicella risale ad aprile contro la Lazio
La carta dei doveri del gol non è un documento a uso esclusivo delle punte. Se n’è parlato in settimana, sponda Chievo. Otto reti totali, quattro di Djordjevic e una di Meggiorini (attaccanti), poi un sigillo a testa per l’infortunato Giaccherini (rifinitore), Segre (la mezzala che spinge) e Dickmann (il terzino destro). Si può parlare allora di Vignato, in vista del duello odierno a Livorno. Il suo graffio alla Lazio, primo e fin qui unico col Chievo, risale al 20 aprile scorso, in A. Si porta addosso l’entusiasmo ma anche la scarsa malizia dei suoi diciannove anni, il ragazzo della Valpolicella, uno dei tanti baby nel Chievo di Michele Marcolini. Se giocherà anche all’Ardenza (nella notte tra giovedì e venerdì è stato poco bene saltando la rifinitura) Vignato timbrerà la quarta da titolare in questa B. Dietro le punte, ciò che va innaffiato è l’affondo decisivo. Rifletteva, ieri, l’allenatore Marcolini: «Vignato crea molto, d’altronde i suoi colpi ce li hanno in pochi. Per qualità, ogni volta che può dovrebbe cercare l’1 contro 1, soprattutto in area di rigore. C’è da inculcargli la voglia d’essere decisivo in ogni giocata». Lui, Vignato, dietro Meggiorini e Djordjevic: questo l’abito più probabile dell’avantreno clivense, a Livorno. Dove la batteria offensiva gialloblù è attesa dal 3-4-2-1 di Breda, da una retroguardia molto fisica (Bogdan, Di Gennaro, Boben), da un tridente dove Marra e Marsura — come ricorda Marcolini — «a volte stanno larghi, a volte giocano sotto la punta, comunque sanno costruire pericoli».
È con quel sistema di gioco, alimentato anche dalla spinta di Porcino, che Breda ha aggiustato il tiro dopo i primi tre ko in fila. Però il Livorno difetta ancora in qualcosa che dettaglio non è: «L’essere più cinici davanti e non subire certi gol dietro», rispondeva indirettamente Breda alla vigilia. Stesse carenze del Chievo, anche se il Chievo, rispetto ai toscani, produce un volume di chance da squadra di vertice. Il tema, allora, tornerà a farsi vivo all’Ardenza, in un ottavo turno di campionato che vede Marcolini ritrovare Vaisanen, dietro, e Obi, in mezzo al campo. Era mercoledì e proprio Marcolini compiva 44 anni: con la sosta alle porte, la seconda vittoria stagionale sarebbe un regalone.