Corriere di Verona

Esami medici a pagamento, via ai controlli

Il Tribunale del Malato: «Costretti a pagare le prestazion­i». Lanzarin: «Avviati i controlli»

- Di M. Nicolussi Moro

Non è una novità, per il Tribunale del Malato, la situazione in cui si trovano i privati accreditat­i del Veneto che, avendo finito il budget assegnato loro dalla Regione (108,5 milioni di euro per 230 tra poliambula­tori, laboratori analisi, centri di fisioterap­ia, riabilitaz­ione e ossigenote­rapia iperbarica) devono contingent­are giorno per giorno le prestazion­i in convenzion­e. E una volta esaurito il tetto offrono due opzioni ai pazienti: o pagare gli esami integralme­nte invece di versare il ticket, oppure accettare di vedersi rimandare l’appuntamen­to. «E chi ci rimette sono i più poveri — denuncia Giuseppe Cicciù, presidente regionale del Tribunale del Malato — non avendo la possibilit­à di farsi anche 50 o 60 chilometri per trovare un presidio che eroghi loro la prestazion­e negata da quello più vicino a casa, o pagano o rinunciano a curarsi».

Un’indagine Censis-Rbm rivela infatti che 749.437 veneti, il 15% della popolazion­e, rinuncia a curarsi. Oltre il 50% per motivi economici, ovvero: la somma tra il ticket di base (36,15 euro) e quello sulla specialist­ica (10 euro, ridotto a 5 per i redditi inferiori a 29mila euro), ma anche il problema evidenziat­o. «Problema che si ripete ogni anno — spiega Cicciù — ed è dovuto al fatto che la Regione dedichi al budget dei convenzion­ati solo il 12% del fondo sanitario, che ammonta a quasi 9 miliardi di euro. Altre Regioni arrivano al 30% o anche al 40%, ma non per favorire il privato (come denuncia l’opposizion­e a Palazzo Ferro Fini, ndr), bensì per agevolare i cittadini. Le strutture accreditat­e coprono infatti zone, soprattutt­o periferich­e, dove il pubblico non arriva. Una funzione strategica anche per un’altra ragione: i maggiori fruitori degli accertamen­ti diagnostic­i sono gli over 65enni, che nel Veneto toccano quota 1.122.005 su un totale di 4,9 milioni di residenti, e non sempre sono in grado di muoversi». E così nascono i pellegrina­ggi verso il poliambula­torio più vicino: il Tribunale del Malato da quest’estate sta ricevendo decine di lamentele da parte dell’utenza.

«Ci sono privati accreditat­i che hanno finito il budget ad agosto e da allora fanno pagare le prestazion­i per intero — conclude il presidente regionale dell’associazio­ne —. Noi lo abbiamo detto ai direttori generali, invano».

I privati accreditat­i garantisco­no circa 15 milioni di prestazion­i specialist­iche ambulatori­ali su un totale di 70 milioni. La Regione ha avviato un monitoragg­io su tale attività. «Il controllo delle prestazion­i e relativi erogatori ci fornirà l’esatto quadro della situazione — conferma l’assessore a Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin —. Quando disporremo di tutti i dati e potremo appurare se i parametri imposti siano stati rispettati, valuteremo il da farsi. Nel frattempo, una ventina di giorni fa, abbiamo approvato una delibera che assegna un extra budget per la diagnostic­a e la specialist­ica alle strutture accreditat­e e in difficoltà segnalate dalle Usl, per evitare l’allungamen­to delle liste d’attesa. Il cui smaltiment­o è già ostacolato dalla carenza di medici».

Il contributo non riguarda i laboratori, cui sono affidati gli esami del sangue, ma va ricordato che esiste per le Regioni un limite di legge molto rigido: devono assegnare ai privati accreditat­i un budget non superiore a quello erogato nel 2011, meno un 2%. «Proprio questo tetto di spesa è al centro di un dibattito tra Regioni e governo, nell’ambito della stesura del nuovo Patto per la Salute — rivela l’assessore Lanzarin —. Ne stiamo discutendo, per vedere di trovare una soluzione adeguata e condivisa».

Molte speranze sono riposte nei due miliardi in più al Fondo sanitario nazionale 2020 (rispetto ai 111,2 miliardi del 2019) annunciati dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Che però vorrebbe usarne buona parte per eliminare il superticke­t di 10 euro sulla specialist­ica, che ad ogni ricetta si aggiunge al ticket di base di 36,15 euro.

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Allarme rosso In difficoltà i privati accreditat­i, che erogato 15 milioni di esami

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