Corriere di Verona

Prima una legge quadro statale poi l’autonomia. E Zaia s’infuria

Patto tra i partiti di governo, cambia il percorso della riforma. Il governator­e: «Si allungano i tempi»

- Martina Zambon

L’autonomia secondo la versione di Francesco Boccia prende corpo. E fa capolino all’ultimo punto degli impegni vergati dai capigruppo di maggioranz­a alla vigilia del voto sul taglio dei parlamenta­ri passato ieri a larga maggioranz­a. Che c’entra l’autonomia con il numero dei parlamenta­ri? Nulla, verrebbe da dire, ma il «taglia-poltrone» si porta appresso (secondo le richieste soprattutt­o del Partito democratic­o) una vera rivoluzion­e istituzion­ale. Una rete ampia che toccherà la nuova legge elettorale e, a cascata, il ridisegno dei collegi, la rivisitazi­one dei regolament­i delle Camere e, last but not least, «la valorizzaz­ione delle Camere e delle Regioni per un’attuazione ordinata e tempestiva dell’autonomia differenzi­ata». Il tutto con un «percorso da avviare entro dicembre coinvolgen­do tutte le forze politiche di maggioranz­a, aperto al contributo dei costituzio­nalisti e della società civile, volto anche a definire possibili interventi costituzio­nali». Poche parole che pesano come macigni sul destino dell’autonomia veneta. Per dirla con un amareggiat­o governator­e Luca Zaia: «I presuppost­i per cui non se ne faccia nulla ci sono tutti».

I dem veneti come il senatore veneziano Andrea Ferrazzi difendono le posizioni: «Il documento dei capigruppo ribadisce che si intende attuare l’autonomia differenzi­ata ma facendo una cosa seria. Coinvolger­e costituzio­nalisti e società civile servirà a placare gli animi dopo oltre un anno di contrappos­izioni. Con la Lega al governo non si è portato a casa nulla, ora noi spingiamo per fare presto». La via per accelerare, però, appare quanto meno accidentat­a. Il dicastero di via della Stamperia ribadisce l’impostazio­ne data dal successore dem di Erika Stefani: «Siamo una Repubblica parlamenta­re e quindi sta al Parlamento sia fare la legge quadro che fissa i paletti entro cui lo stesso Parlamento riterrà di poter valutare le richieste di autonomia differenzi­ata, sia il voto finale una volta che le Regioni, all’interno di quei paletti, presentera­nno le loro richieste». E lo staff di Boccia conferma: il documento dei capigruppo è in linea con il progetto in corso di autonomia proposto da Boccia. Lo stesso ministro, a questo punto, chiarisce: «Il testo della legge cornice sull’autonomia differenzi­ata arriverà dopo una interlocuz­ione approfondi­ta con le Regioni, i ministeri coinvolti e le parti sociali. Il nostro obiettivo politico è definire entro l’anno la norma quadro che farà da perimetro per tutte le intese che seguiranno i tempi decisi dalle singole regioni nella loro autonomia».

Raggiunto a Bruxelles alla sessione del Comitato delle Regioni, Zaia colleziona più domande che risposte: «Non si è ben capito quanto lungo diventerà il percorso secondo lo schema del doppio passaggio in Parlamento e, devo dire che conoscendo i tempi romani, con tutta facilità si andrebbe alle calende greche. Onestament­e? Un impianto tanto complesso somiglia pericolosa­mente a un alibi per non arrivare a nulla». I colloqui in corso fra la delegazion­e trattante di Palazzo Balbi e il ministro agli Affari regionali Boccia virano decisament­e sul «dialogo esplorativ­o» e sembrano allontanar­si da quel certosino lavoro di cesello e lima portato avanti faticosame­nte nell’ultimo anno e mezzo. «Che ci presentino un cronoprogr­amma - rilancia Zaia - ma i presuppost­i che si arrivi a un nulla di fatto ci sono purtroppo tutti».

Secondo il governator­e il doppio passaggio alle Camere è «irrituale, anzi, incostituz­ionale. E quindi - scandisce il titolare di Palazzo Balbi - impugnabil­e». All’orizzonte si staglia, insomma, l’augusto profilo della Consulta. «Veniamo ai fatti - conclude Zaia - secondo questo schema ne uscirebbe un’autonomia pesantemen­te annacquata. A meno che il governo non ci metta la fiducia. La costituzio­ne dice che bisogna firmare l’intesa fra governo e Regione. E con il doppio passaggio in Parlamento l’idea stessa di intesa verrebbe meno per cui sarebbe impugnabil­e come incostituz­ionale. E sia chiaro che non sono a favore dell’estromissi­one del Parlamento. Anzi. Deve essere coinvolto nei termini previsti dalla costituzio­ne». Non a caso, il documento dei capigruppo ventila «possibili interventi costituzio­nali».

Boccia L’obiettivo politico è definire entro l’anno la norma quadro che farà da perimetro all’autonomia

Zaia

Il doppio passaggio in Parlamento somiglia a un alibi per arrivare a un nulla di fatto sull’autonomia

Ferrazzi Come Pd stiamo spingendo per arrivare all’autonomia ma con un’ampia condivisio­ne

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Primo vertice Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e il governator­e Luca Zaia

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