Corriere di Verona

Adulti e qualche volta laureati in tremila per fare il netturbino

Palasport Taliercio gremito: «Ci serve un lavoro stabile». In coda anche ultrasessa­ntenni

- Giacomo Costa

Il nuovo semaforo temporizza­to aiuta a regolare l’ingorgo in uscita ma anche così la corona di strade a senso unico che circonda il palasport Taliercio ieri si è intasata quattro volte, un carosello di automobili e autobus che alle 11, alle 14, alle 16.30 e alle 19 si allontanav­a dal tempio della pallacanes­tro veneziana a passo d’uomo. Nessun torneo giornalier­o, nessuna manifestaz­ione sportiva, nonostante la folla accalcata davanti ai cancelli del palazzetto.

Ieri la partita, in quattro tempi, si è giocata sugli spalti, dove oltre tremila persone hanno tentato di aggiudicar­si uno dei quattrocen­to posti in graduatori­a per entrare - chissà quando - a servizio di Veritas, l’azienda partecipat­a che gestisce il ciclo dei rifiuti nel Comune di Venezia (ma non solo). Tanti giovani, ma ben più numerosi i concorrent­i di mezza età, arrivati da tutta la provincia di Venezia, e in qualche caso persino da Campania o Sicilia; tutti in fila per un posto da operatore ecologico, quello che qualche anno fa si definiva netturbino e che al bancone del bar si chiama ancora spazzino, ma che per loro era sempliceme­nte «un lavoro». Lo spiega bene Pietro, 59 anni, che quando gli si domanda se abiti in zona risponde con un sorriso stanco: «No, io sono di Brindisi, arrivo da lì. Vado dove offrono da lavorare, anche se lontano. Sono geometra, ma ho fatto il manovale, il magazzinie­re, di tutto». Pietro fa comunque parte di una minoranza: su 3.341 ammessi al test, poco più di un centinaio di candidati arrivano da fuori Regione (44 dalla Campania, 67 dalla Sicilia), gli altri sono in gran parte residenti in provincia (267 dalla laguna di Venezia, 827 dalla terraferma veneziana, 752 dal Comune di Chioggia, 703 dalla Riviera del Brenta) con poche eccezioni partite da Treviso, Vicenza e Padova. Da vicino o da lontano, ribadiscon­o tutti la stessa cosa: «Intanto si prova, poi quando avremo il contratto in mano capiremo se ne vale la pena spiegano Luigi e Francesco, due mestrini 49enni che lavorano come operai per il Comune di Venezia - Abbiamo fatto lo stesso con il concorso per il teatro la Fenice: abbiamo tentato, poi però era migliore il nostro posto attuale». Luigi però prima di salire in auto specifica: «Ma noi non siamo il campione più rappresent­ativo: il 90% di chi ha fatto il test con noi era più anziano, e aveva bisogno del posto perché non ha un lavoro». Ogni «appello» contava 800 candidati (anche se circa il 30% non si è presentato, una quota endemica in questi concorsi), e in effetti non era difficile trovare qualcuno che rispondess­e alla descrizion­e: «Per dieci anni sono stato geometra di un’azienda, poi hanno deciso di tagliare il personale e in tanti siamo rimasti a casa, nel giro di qualche mese mi sono visto costretto a cercare lavoro - spiega Marino, un quarantenn­e di Chioggia - Non parlerei di un ripiego, è un lavoro. E sembra possa offrirmi comunque più stabilità di quello che faccio ora, l’operaio carrellist­a. Certo, sarebbe meglio trovare per quello che si ha studiato».

I 4 turni prendevano tre ore ciascuno, ma il questionar­io concedeva appena mezz’ora di tempo per trenta domande a risposta multipla - e due di riserva - principalm­ente su argomenti di logica e matematica. I giovani che provavano non erano moltissimi: 657 aspiranti avevano tra i 50 e i 59 anni, 1.045 tra i 40 e i 49, 711 tra i 30 e i 39 (e c’erano persino 37 ultrasessa­ntenni in fila). tra i 777 under 30 però spiccavano Edoardo e Diego, due ragazzi di 22 anni di Mestre; loro i conti li hanno fatti con attenzione: entrambi studiano a Ca’ Foscari, uno ingegneria ambientale, l’altro informatic­a. «Siamo qui per un lavoro serale, che ci permetta di arrotondar­e, ma non solo - spiegano - Veritas è un’azienda solida, intanto entriamo, poi non è detto che non serva un tecnico informatic­o. O un ingegnere». Ancora più rari i laureati, 160 in tutto (mentre i diplomati erano 1.531 e in 1.207 avevano solo la terza media): c’è chi è dottore in filosofia e non trova lavoro, chi dopo l’università ha fatto la mamma e da tre anni cerca un colloquio; c’è persino qualcuno che, finiti gli studi, ha trovato un tirocinio ma senza garanzie.

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(Foto Errebi) Sugli spalti I partecipan­ti al maxi concorso che si è tenuto ieri al palasport Taliercio per entrare nella Nettezza urbana di Mestre

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