Corriere di Verona

«Maschio Gaspardo punta su India, Usa e Sud Africa»

Mirco Maschio e l’intesa sul debito: «Piani sostenibil­i»

- Federico Nicoletti

Passa per l’estero, tra Stati Uniti, India e Sud Africa la scommessa di Maschio Gaspardo. Ne è convinto Mirco Maschio, presidente dell’azienda padovana delle macchine agricole, 336 milioni di euro di ricavi nel 2018, all’indomani della decisiva firma dell’intesa con 21 banche, che, dopo una trattativa andata avanti da fine 2018, hanno rifinanzia­to il debito bancario per 140 milioni, di cui 70 a breve. Risultato tutt’altro che scontato solo qualche mese fa. Quando si era profilato anche lo spettro della cessione dei crediti ai fondi d’investimen­to di ristruttur­azione (a partire da Dea Capital), che avrebbero potuto di lì prendersi l’azienda. E ciò nonostante il piano che dal 2015 ha ridotto i debiti, scesi in quattro anni da 240 a 183 milioni, e l’impegno delle finanziari­e regionali Friulia e Veneto Sviluppo, e di Finest in Romania, per sostenere l’operazione con un aumento di capitale da 20 milioni. Adesso si gira pagina. Sapendo però che anche il

nuovo capitolo da scrivere non è meno impegnativ­o.

Presidente Maschio, qual è ora l’ulteriore piano di sviluppo? E potete far più di quanto già fatto fin qui?

«L’operazione è legata allo sviluppo sui mercati esteri. Dobbiamo seguire i trend dell’agricoltur­a di precisione, dove abbiamo innovazion­i uniche. Penso alla seminatric­e presentata a Parigi che raddoppia la velocità, riducendo costi di sementi e concimi nel segno della

sostenibil­ità. Le nostre lineeguida dovranno essere tecnologia, innovazion­e, elettronic­a e design». Vi giocate il tutto per tutto

«Con mio fratello Andrea sentiamo in pieno la responsabi­lità di condurre un’azienda importante, con i suoi duemila dipendenti, insediata sul territorio e frutto di cinquant’anni di storia e sacrifici di mio padre e mio zio». E il piano industrial­e?

«Il programma ‘19-’22 si basa sull’aumento dei margini e la stabilizza­zione patrimonia­le. L’intervento di Friulia, Veneto Sviluppo e Finest è segnale determinan­te. Investimen­ti ne abbiamo già fatti negli anni passati acquisendo aziende e prodotti. Dobbiamo continuare lo sforzo di efficienza e posizionar­ci sui mercati in linea con i nostri livelli di tecnologia e innovazion­e». Il rilancio parte però in una fase di mercato difficile, con tanto di cassa integrazio­ne. «In questi due anni abbiamo fatto i conti con la svalutazio­ne

della lira turca e gli effetti di Brexit e dei dazi americani. Ma dopo questo accordo abbiamo più forza per affrontare i mercati esteri. E in alcuni possiamo fare di più». Ad esempio?

«Negli Usa possiamo crescere ancora molto; abbiamo chiuso da poco un’intesa di fornitura con John Deere. Lo stesso abbiamo fatto in India con Mahindra per quel mercato. E poi abbiamo creato la filiale in Sud Africa, che vediamo tra le aree dove di più può crescere la meccanizza­zione agricola». Avete già convocato l’assemblea soci per l’ingresso delle finanziari­e regionali? «Siamo molto vicini a chiudere anche questo capitolo». Senta, ma alla fine come avete convinto le banche?

«Con i risultati del rafforzame­nto della struttura e della riduzione dei debiti. In 4 anni siamo riusciti in autonomia a restituire 100 milioni tra prestiti e interessi. Credo che abbiamo presentato un piano industrial­e sostenibil­e». Dopo l’accordo cambierà qualcosa al vertice?

«Abbiamo lavorato molto sulla governance, approntand­o un cda ben diverso dal passato. E il piano industrial­e porta la firma dell’amministra­tore delegato Luigi De Puppi. Che lo sta portando avanti».

L’accordo

In quattro anni abbiamo restituito cento milioni tra capitale e interessi

Il vertice Abbiamo lavorato sul cda Il nuovo piano lo porterà avanti De Puppi

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Presidente Mirco Maschio

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