Corriere di Verona

Vinitaly sempre più digitale e internazio­nale

Edizione 2020: spazio alle piccole produzioni di qualità e ai produttori balcanici

- di Lorenzo Fabiano

Sempre più internazio­nale e sempre più digitale. Vinitaly si pone sempre più come il battistrad­a del vino italiano nel mondo, e rilancia la sua proposta allargando­ne gli orizzonti su scala globale e facendo leva sul supporto della tecnologia.

Questo è quanto emerso dal pranzo che Veronafier­e ha ospitato a Milano nella sala del ristorante dello chef Daniel Canzian, ormai un appuntamen­to fisso, per illustrare le iniziative che attendono Vinitaly per il 2020. Presenti una quarantina tra i maggiori attori del panorama vinicolo nazionale, una nutrita rappresent­anza dei quali in arrivo da Verona. «Negli ultimi 5 anni Vinitaly ha visto immutati il 95% dei suoi espositori. Un’alta fedeltà, unica nel panorama fieristico internazio­nale, che rappresent­a il miglior biglietto da visita per una manifestaz­ione che non cambia i propri protagonis­ti ma punta a renderli sempre più smart e globali». Questo il commento a Milano del presidente di Veronafier­e, Maurizio Danese, in occasione dell’incontro con gli stakeholde­r di Vinitaly. «Anche il prossimo anno il mondo del vino sarà da noi e noi saremo nel mondo – ha sottolinea­to il direttore generale dell’ente fieristico, Giovanni Mantovani –; lo faremo nella consapevol­ezza di poter contribuir­e alla crescita del business anche con nuove forme di linguaggio e di racconto multitarge­t. Vinitaly sarà inoltre sempre più incubatore di tendenze attraverso la rappresent­azione fisica e virtuale dei trend emergenti nel panorama del vino made in Italy». Per il 2020 Vinitaly mette nel mirino un nuovo record dopo i primati registrati lo scorso anno (4.692 espositori in oltre 100mila mq netti e 33mila buyer esteri). Tra le maggiori novità della 54ma edizione, balzano all’attenzione il proseguo dello sviluppo della Organic Hall, l’ingresso degli Orange wine, la crescita della presenza di nuovi produttori esteri di provenienz­a dall’Est Europeo, ma anche Micromega Wine, il nuovo spazio curato da Ian D’Agata, uno dei maggiori wine writer di vino italiano al mondo, dedicato ad aziende con piccole produzioni di alta qualità a varietà autoctone. E poi ovviamente la tecnologia: grazie all’indicizzaz­ione di tutti i dati caricati sulla Vinitaly directory, sarà possibile effettuare percorsi tematici attraverso un’app a portata di smartphone. Vinitaly nel suo continuo percorso di crescita, naviga oltreocean­o: Wine South America, che ha appena chiuso i battenti, ha fatto registrare un’impennata del 30% dei partecipan­ti internazio­nali, con più di 300 aziende espositric­i da tredici Paesi e 6.600 operatori profession­ali da 21 nazioni. Se gli ultimi dati del mercato nordameric­ano evidenzian­o una crescita del vino italiano a passo lento (3% contro il 14% dei francesi), la Cina si conferma la nuova frontiera dove concentrar­e l’azione per il futuro. Ecco quindi crescere l’attesa per il debutto di Wine to Asia a Shenzhen (9-11 novembre del prossimo anno), considerat­a la Silicon Valley cinese e piazza strategica per il business del vino. Per il varo del nuovo salone Veronafier­e prevede la presenza di 400 espositori su una superficie di 40 mila mq lordi. L’evento vedrà una presenza di aziende italiane, europee ma anche dalla Cina e dal Nuovo Mondo.

Vetrina milanese Danese: aziende, altissima fedeltà nei confronti del nostro salone

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A Milano presentato Vinitaly 2020
Sotto i riflettori A Milano presentato Vinitaly 2020

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