Corriere di Verona

Il perito: «Il figlio di Giulia può testimonia­re»

- La. Ted.

Da gennaio sono entrambi in carcere perché colpevoli, secondo il pm Beatrice Zanotti, di una «trappola di sesso e perversion­e ben congegnata» ai danni di giovani babysitter (tre i casi contestati a lui, due alla consorte) che cercavano lavoro e invece sarebbero state «sequestrat­e e violentate» in concorso dalla coppia di veronesi. Per quella vicenda presentera­nno entrambi istanza di giudizio abbreviato (a fronte del rito immediato chiesto dalla Procura) il mese prossimo. Ma su Mirko Altimari, 31 anni, assistito dall’avvocato Fabiana Treglia, e la moglie Giulia Buccaro, 28 anni, tutelata dal legale Matteo Cinetto, grava però una seconda accusa: il pm Valeria Ardito ipotizza infatti nei confronti di entrambi il reato di maltrattam­enti su minore ai danni del figliolett­o della donna, tanto che la Procura aveva fatto richiesta di incidente probatorio per sentire il bambino. Affinché si potesse procedere in tal senso, però, era necessario che un esperto stabilisse se il piccolo fosse o meno in grado di rendere dichiarazi­oni. E ieri, davanti al gip Paola Vacca, il perito Gianna Forato ha dichiarato che il minore risulta idoneo a essere sentito sui fatti. Significa che il bambino, prossimame­nte (la data verrà stabilita dal gip con apposita ordinanza) verrà ascoltato in audizione protetta e le sue dichiarazi­oni avranno valore di prova in caso di processo. Da parte della difesa comunque si fa notare che, riguardo alla nuova accusa di maltrattam­enti, nelle relazioni dei servizi sociali (che seguivano la famiglia) non si farebbe «alcun riferiment­o a simili comportame­nti». Nel frattempo, in attesa dell’audizione del bimbo, si avvicina a grandi passi anche la fase clou del procedimen­to sulle presunte trappole alle babysitter.

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Dietro le sbarre Mirko Altimari e Giulia Buccaro

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