Cameriera in nero perde il reddito di cittadinanza Multa al ristorante
Qualche mese fa, non riuscendo a trovare lavoro, aveva presentato domanda per il reddito di cittadinanza. E lo aveva ottenuto. Percepiva 300 euro al mese, di certo non sufficienti a mantenersi e ad aiutare la famiglia, con la quale vive. Così ha deciso di trovarsi un lavoretto stagionale come cameriera in un ristorante di Caorle. Il titolare non le ha firmato alcun contratto: la impiegava in nero e lei, in questo modo, ha continuato a ricevere la somma mensile del reddito di cittadinanza.
Una cifra alla quale adesso ha però dovuto dire addio, perché la Guardia di Finanza, durante un’ispezione nel ristorante, ha scoperto la sua posizione irregolare.
La protagonista della vicenda è una ragazza di 21 anni di Caorle, cameriera nella stessa cittadina veneziana. Le fiamme gialle al momento del controllo hanno scoperto tre lavoratori in nero, tra cui la giovane. Il datore di lavoro è stato multato, lei denunciata per omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio e segnalata all’Inps, che ha provveduto subito a toglierle il reddito di cittadinanza che percepiva (a cui aveva accesso vivendo ancora con i genitori, uno dei quali lavora). La sua situazione è emersa nel corso di una serie di ispezioni che le fiamme gialle della tenenza di Caorle hanno effettuato negli ultimi mesi in una trentina di attività della località balneare.
In tutto, 17 datori di lavoro sono stati multati con sanzioni complessive di 181mila euro, visto che in totale 45 persone sono risultate impiegate in maniera irregolare o completamente in nero. Di queste 45, ad oggi solo sei risultano essere state messe in regola.
Bar, ristoranti, hotel, campeggi, negozi. I controlli hanno riguardato imprese di vari settori, soprattutto esercizi commerciali e locali, che nella stagione estiva hanno bisogno di «rinforzi» tra baristi e camerieri, visto il grande afflusso di turisti. Tra i casi emersi, ce n’è uno che riguarda un’azienda di pulizie nella Tra le persone al lavoro senza contratto è stata sorpresa una ragazza di 21 anni, che già percepiva 300 euro al mese di reddito di cittadinanza. Ora le è stato tolto.
E poi c’è un’azienda di pulizie che impiegava in nero 16 donne originarie dell’Est che hanno lasciato il loro Paese per uno stipendio. Sono state sfruttate e spesso nemmeno pagate. quale lavoravano in nero sedici donne originarie dell’Europa dell’est. Ragazze, signore che avevano lasciato le famiglie al Paese d’origine per venire a lavorare in Italia, ma che si sono trovate sfruttate. E spesso non sono state nemmeno pagate.
Dalle indagini della Guardia di finanza è emerso che la compagna del titolare dell’impresa, anche lei moldava, reclutava le signore attraverso alcuni gruppi sui social network, in particolare Facebook, offrendo loro la possibilità di avere un lavoro e di guadagnare bene se si fossero trasferite in Italia. Peccato che quelle fossero quasi sempre solo chiacchiere.
Le «dipendenti», infatti, al momento del controllo delle fiamme gialle, sono risultate tutte in possesso del visto turistico in corso di validità e prive del permesso di soggiorno.
In più hanno rivelato agli investigatori che erano costrette a lavorare per pochi spiccioli e a volte neanche per quelli, perché in cambio delle ore di pulizie i titolari davano loro solo un po’ di cibo o il necessario per fare una telefonata alle loro famiglie.
I responsabili dell’impresa di pulizie sono stati denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.