Insider trading, partito il processo all’ex manager Safilo Vedovotto
È iniziato ieri (con un rinvio) il processo per abuso di informazioni privilegiate, comunemente conosciuto come insider trading, a Roberto Vedovotto, l’ex amministratore delegato di Safilo group e ora ai vertici di Kering Eyewear, la società del gruppo del colosso del lusso francese che da cinque anni ha internalizzato la gestione degli occhiali per le griffe del gruppo, ad iniziare da Gucci. E proprio mentre le due società hanno siglato la scorsa settimana l’accordo che proroga la produzione degli occhiali Gucci in Safilo, riemergono ora in tribunale gli effetti dello scontro seguito cinque anni fa al ritiro anticipato a Safilo proprio della licenza Gucci.
Al centro dell’indagine, finita davanti al collegio presieduto dalla giudice Vittoria Giorgi, una vendita di azioni Safilo che appartenevano a Vedovotto e che sarebbe stata fatta, secondo le accuse della procura che ha acquisito i rilievi di Consob, poco prima che venisse comunicata al mercato la decisione di Kering di risolvere anticipatamente il contratto di licenza del marchio Gucci a Safilo.
Inizialmente nel mirino della magistratura, che poco più di quattro anni fa (era il 16 ottobre 2015) dispose un sequestro sui beni di Vedovotto, c’era una vendita di azioni avvenuta nel corso del 2014 in tre tranche. L’ultima a settembre, quando il manager avrebbe venduto le ultime 40 mila azioni Safilo sul totale delle 80 mila cedute. A ridosso della comunicazione fatta dalle due società al mercato della risoluzione anticipata su Gucci.
Nel capo d’imputazione del processo, trasferito a Padova per competenza territoriale da Milano, i magistrati hanno recepito gli esiti del complesso iter amministrativo del contenzioso che ha dimezzato il numero di azioni al centro del presunto illecito, ossia l’ultima tranche di 40 mila vendute a settembre.
Il ricavo di quella cessione era stato quantificato da Consob in 632 mila euro. Con una mancata perdita di 162 mila euro, sulla base dei prezzi di vendita (15,80) e di chiusura del 3 settembre (11,75), giorno successivo alla diffusione della notizia. Evidentemente, secondo la procura, il manager avrebbe sfruttato le informazioni a scopo personale.
La ricostruzione dei fatti è stata puntualmente disposta da Consob, costituitasi parte civile nel procedimento. Consob aveva segnalato i presunti illeciti e aveva sanzionato il manager con una multa. Ma contro quella delibera Vedovotto aveva presentato vari ricorsi, al Tar e al Consiglio di Stato, in parte respinti e in parte accolti. Portando così intanto a dimezzare la sostanza della contestazione.
Nella delibera del 16 febbraio 2017 con cui la Commissione nazionale per le società e la Borsa decide la multa si legge: «Dal novembre 2013 il signor Roberto Vedovotto, già amministratore delegato di Safilo, ha svolto per Kering l’incarico di esaminare la fattibilità di una internalizzazione delle attività nel settore Eyewear». Successivamente, ricostruisce la Consob, erano iniziate le trattative per la risoluzione anticipata della licenza. La posizione di Vedovotto, sia secondo Consob che la magistratura, avrebbe permesso di vendere prima che il valore delle azioni Safilo si abbassasse. Il procedimento è solo all’inizio. Per quanto riguarda la multa Consob da 125 mila euro, per altro, pende ancora il ricorso in Cassazione. La partita, quindi, non è ancora chiusa.