Corriere di Verona

Chievo, è l’ora di Rodriguez per l’attacco

- Matteo Sorio

L’ultimo appuntamen­to, Alejandro Rodriguez e il gol, se lo sono dati un anno e mezzo fa. Lui vestiva l’Empoli, trasferta a Foggia, agganciò un filtrante d’area col sinistro, col destro la schiaffò nell’angolo opposto poi aprì le braccia («Come Peter Pan…») perché è così che gli viene da esultare. Pochi giorni dopo, la rottura del legamento crociato. L’affondo a rete, da allora, è un colpo rimasto in canna. Parliamo di Rodriguez, 28 anni, trapiantat­o in Italia dal 2010, centravant­i di movimento bravo sulle mezze palle e gli appoggi, per un motivo di stretta contingenz­a: perdendo Filip Djordjevic per un mese il Chievo deve trovare là davanti un’altra boa e il ragazzo spagnolo suona come l’alternativ­a più naturale. Pure inattesa, se vogliamo. Nel senso che Rodriguez, dentro il Chievo della ricostruzi­one, c’è finito un po’ così. Era il 2017, il club della Diga lo prelevava dal Cesena nell’ambito di un pacchetto-tris: lui (a oggi 25 gol in 85 gare di B, 5 in 33 di A) più Garritano più Rigione. Tutti e tre, fatalità, finiti in un valzer di prestiti, fino a quest’estate, al trapasso dalla serie A alla B e alla necessità clivense di far tesoro (anche) di quanto c’era già in casa. Arrivato al Chievo per lasciarlo subito, diretto prima a Salerno poi a Empoli quindi a Brescia ecco che Rodriguez s’è ritagliato un suo «perché» dentro il Chievo di Marcolini. Scaletta delle apparizion­i: 14’ contro l’Empoli, un minuto a Venezia, 45’ col Pisa, 90’ col Pordenone, 21’ a Livorno. Incipit da carta utile in corso d’opera, da qui a novembre potrebbero arrivare i galloni da prima punta dell’undici titolare: la scelta spetta a Marcolini, che può approfitta­re della sosta per pensarci su, cioè per capire s’è meglio cercare di «replicare» Djordjevic attraverso Rodriguez oppure affiancare a Meggiorini qualcuno di fisicament­e più morbido ma anche più avvezzo alla palla al piede, tipo Vignato o Giaccherin­i o Garritano o Pucciarell­i. Intanto Rodriguez aspetta. Sul braccio sinistro s’è tatuato tutti i simboli marini: una bussola, un timone, un’ancora. Le onde del presente potrebbero accompagna­rlo verso la spiaggia dei titolari, a nuotare dove si tocca, ch’è comunque tutt’altro che una passeggiat­a.

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