Anoressia e Tso La battaglia di Bacciga
(d.o.) Cosa fare quando una ragazza di diciotto anni che pesa meno di quaranta chili sviene in classe durante una lezione? E cosa fare se le condizioni di salute di quella ragazza continuano a peggiorare, ma non vuole sapere di curarsi? Forse, il sindaco dovrebbe prendere in considerazione un trattamento sanitario obbligatorio. La discussione è approdata in municipio, fermandosi ieri, almeno al momento, davanti ai consiglieri della quinta commissione. Era il primo passo di una mozione firmata dal consigliere di Battiti Andrea Bacciga, in cui si chiede, oltre a iniziative di sensibilizzazione, di valutare l’introduzione di un protocollo che, in presenza di un rifiuto, da parte della persona coinvolta, di sottoporsi alle cure entro un determinato tempo, attivi il Tso.«I disturbi alimentari tra i giovani – ha affermato Bacciga – sono sempre più diffusi e, solo nel nostro comune, si sono registrati, lo scorso anno, cinque gravi casi al limite della sopravvivenza». Nel corso della commissione sono stati ascoltati diversi esperti in materia, nutrizionisti e psichiatri, tra cui Matilde Segala, psichiatra del centro Villa Santa Chiara e Giuliana Guadagnini, psicologa del Punto Ascolto disagio scolastico. Presenti anche il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Albino Barresi e il coordinatore dei presidi delle scuole superiori della provincia, Mario Bonini. Alla fine è prevalso lo scetticismo e la mozione, fa sapere l’assessore Stefano Bertacco, approderà in consiglio senza la parte relativa al Tso.