La Lega: no al campo nomadi piuttosto smantelliamoli tutti
Altolà alla nuova area. Tosi contro la giunta
Andrà al voto mercoledì o giovedì sera (per essere sicuramente bocciato) l’emendamento di Michele Bertucco alla Variante 23 che ha riacceso le polemiche sul tema dei campi nomadi. In realtà, la questione è nata dal tentativo di trovare una soluzione ai guai di due famiglie di giostrai veronesi di origine Sinti (i De Glaudi e i Tomasini, in tutto 24 persone, tra cui 6 minorenni) finiti da tempo, e non per colpa loro, in un vortice di guai giudiziari, legati al terreno in cui attualmente vivono.
Andrà al voto mercoledì o giovedì sera (per essere sicuramente bocciato) l’emendamento di Michele Bertucco alla Variante 23 che ha riacceso le polemiche a Verona sul tema sempre scottante dei campi nomadi. In realtà, la questione è nata dal tentativo di trovare una soluzione ai guai di due famiglie di giostrai veronesi di origine Sinti (i De Glaudi e i Tomasini, in tutto 24 persone, tra cui 6 minorenni) finiti da tempo, e non per colpa loro, in un vortice di guai giudiziari, legati al terreno in cui attualmente vivono. Un terreno di proprietà del Consorzio Zai, che adesso li ha sfrattati, e che entro il prossimo mese di maggio vuole riavere a disposizione quell’area, in via Mantovana. Una questione che si trascina da molti anni, ed a cui si era interessato anche il settore Servizi sociali di Palazzo Barbieri. Per risolverla, Michele Bertucco aveva proposto sin dall’11 luglio scorso un emendamento alla Variante urbanistica 23: quell’emendamento (il numero 1472), era stato accolto dall’assessore all’Uranistica Ilaria Segala ma durante l’ultima seduta consiliare era stato depennato con un semplice tratto di penna biro.
L’emendamento puntava a far sì che si potessero piazzare le roulotte delle due famiglie in un’area oggi deserta, davanti a via Sasse, a San Michele Extra, non lontano da Villa Buri. I tecnici comunali avevano però spiegato che, per accogliere quella proposta, bisognava che quell’area avesse una destinazione con un nome compreso tra quelli che vengono usati in urbanistica, e l’unico nome trovato era stato appunto quello di «Campo nomadi e di prima accoglienza». Un termine che ha scatenato il pandemonio tra i consiglieri di centrodestra. Riaprendo una battaglia politica che anche nella nostra città è sempre stata infuocata: basti ricordare che la giunta Zanotto, 13 anni fa, rischiò di crollare clamorosamente e subì un clamoroso rimpasto interno proprio su questo tema, che evidentemente continua ad essere caldissimo.
L’ex sindaco Flavio Tosi, dopo aver rivendicato di essere lui a scoprire per primo quanto stava accadendo in consiglio, giovedì scorso, accusa adesso la giunta di «aver voluto pagare una cambiale politica all’ultrasinistra di Bertucco come si era capito sin dalla scorsa campagna elettorale. Io – aggiunge Tosi – ho tolto il campo nomadi da Boscomantico, mentre loro volevano farne uno a San Michele, con un emendamento che potrebbe chiamarsi Sboarina-Segala-Bertucco».
Replica altrettanto politica da parte del leader della Lega a Palazzo Barbieri, Nicolò Zavarise, Commissario provinciale del Carroccio. «A Verona la Lega non vuole, non vota e non lavorerà mai per la realizzazione di un campo nomadi – tuona infatti Zavarise – perché non è una necessità né tantomeno una soluzione che condividiamo. Riteniamo – aggiunge - che i campi nomadi, in linea generale, siano da smantellare, non da realizzare, e quindi ogni soluzione orientata alla loro realizzazione ci vede fermamente contrari. Tra noi e la sinistra, anche su questo tema, c’è un abisso e ci sono visioni agli antipodi. La nostra assoluta coerenza - rimarca Zavarise è dimostrata da centinaia di amministratori locali della Lega che a Verona, come in ogni altra parte del Veneto e del Paese, si battono per lo smantellamento e la rimozione di roulotte e di campi che contribuiscono al degrado dalle nostre città».
Il dietrofront L’emendamento di Bertucco prima era stato accolto e poi depennato