Lo scultore ostaggio dei banditi «Così mi sono salvato»
Lo scultore Chiaralunzi rapinato in casa a Mezzane, gli hanno puntato la pistola alla testa: «Io, ancora sotto choc»
MEZZANE DI SOTTO«Sono stati attimi di paura difficili da dimenticare». A parlare è Giancarlo Chiaralunzi, lo scultore aggredito in casa propria da due banditi.
«Sono stati attimi di paura difficili da dimenticare. Sono ancora sotto choc; ho il terrore di entrare in camera mia». A parlare è Giancarlo Chiaralunzi, scultore 78enne residente a Mezzane di Sotto che nel primo pomeriggio di venerdì è stato aggredito in casa propria da due banditi mentre si trovava nella sua camera da letto a riposare. Sul caso stanno ora indagando i carabinieri della Compagnia di Verona arrivati sul posto insieme alla sezione investigazioni scientifiche per effettuare i rilievi. «Encomio ai carabinieri; un’Arma eccezionale», dice Chiaralunzi ringraziando i militari per il loro intervento. Secondo una prima ricostruzione intro torno alle 14.30 due uomini con i volti coperti dai passamontagna hanno fatto irruzione nell’abitazione dell’anziano signore, piuttosto isolata dal centro del paese. L’uomo, che soffre di una grave malattia, si trovava da solo in casa perché la compagna era uscita a fare la spesa. «Hanno scavalcato la recinzione e sono entrati dalla porta principale dove c’erano le chiavi – prosegue la vittima della rapina. - Li ho sentiti ma pensavo che fosse la mia compagna che rientrava. Avevano i guanti e le scarpe da ginnastica ed erano entrambi muniti di pistole Beretta. Hanno acceso la luce della mia camera e mi hanno puntato la pistola alla testa schiacciandola conil cuscino e colpendomi la mano destra. Non parlavano bene, si sentiva poco ma ho intuito che erano dell’Est, molto probabilmente romeni. Chiedevano oro, soldi e orologi».
Il 78enne, che non possiede in casa alcun prezioso né casseforti, ha risposto così ai propri aggressori: «Ho recitato la parte del vecchio rincoglionito tentando di parlare un italiano scorretto». E poco dopo, è ritornata la compagna. «Si è subito insospettita vedendo un’auto con i fari accesi parcheggiata nel nostro spazio – continua Chiaralunzi – Si è perciò avvicinata e ha chiesto alla donna seduta all’interno, che faceva da palo ai due ladri, di spostarla».
La risposta dell’automobilista le ha fatto intuire che qualcosa non andava e così ha chiamato i carabinieri. «La complice - aggiunge il 78enne - ha avvisato tramite cellulare i due ladri che sono fuggiti dalla finestra del bagno portandosi via la mia pistola Luger e lasciando qui una mazza di ferro. Hanno poi assaltato l’auto di un mio amico pittore minacciandolo con la pistola per farlo scendere. Quando si sono accorti che la strada era bloccata dalla macchina della mia compagna, sono fuggiti a piedi verso i monti. La complice, invece, è scappata con l’auto senza fermarsi allo stop».