Corriere di Verona

La coop dei canestri e il roster più lungo Scaligera, la serie A non è più un tabù

- Matteo Sorio

Cooperativ­a Tezenis. Sette giocatori in doppia cifra su otto impiegati (unico sotto i dieci punti l’ottimo Prandin). Tradotto: un film affollato da prim’attori e peraltro in armonia. Per recensire la bella pellicola di Udine bisogna zoomare lì. Sul tratto multitaski­ng di una Scaligera che al Palacarner­a, due giorni fa, nel primo di una serie d’incroci stagionali dal profumo playoff, ha scoperto di poter schiacciar­e il tasto «random», in un certo senso, senza timore di finire nel caos. «Random», nel senso che ovunque sia andata è quasi sempre finita in buone mani, la palla, e per un gialloblù appannato ce n’era un altro pronto a subentrare. «La differenza l’ha fatta il modo in cui siamo stati dentro la partita», così Dalmonte circa il secondo graffio su due uscite di regular season. Dall’81-95 di Udine si ricava una scoperta dell’acqua calda di cui, però, guai a dimenticar­si: altre squadre «lunghe» come Verona, in questa serie A2, non ci sono. Ecco allora che l’8 su 8 da due di Candussi, 17 punti contro una potenziale rogna come Beverly (tatticamen­te insonorizz­ato) suona squillante tanto quanto i 19 gettoni di Love tutti nella ripresa (aggiungend­oci 6 assist e 4 falli subiti); ecco ancora che gli 11 punti a testa di Rosselli e Udom, uno decisivo per stendere l’avversaria nell’ultimo periodo (7 punti e 4 assist fra 30’ e 40’) e l’altro costante a rimbalzo (9 palloni catturati sotto canestro) viaggiano in parallelo ai 13 di un Severini al solito chirurgico da fuori (3/3 dall’arco); ecco infine che dai 10 punti a testa di Poletti ed Hasbrouck escono cose preziose: il primo con due canestri da rimbalzo offensivo nel quarto finale e il secondo con quell’incipit per infilare subito Verona in corsia di sorpasso. «Loro sono stati molto continui, Love l’ha spaccata, Rosselli l’ha chiusa, a oggi il risultato dice del previsto gap tattico e fisico tra le due squadre», questa la summa di Ramagli, ex gialloblù e ora guida di Udine. «Siamo sempre stati lì con la testa facendo perdere loro sicurezza», la radiografi­a in rima di un Rosselli già leader. Il tutto al netto dei difetti di prestazion­e singola o collettiva, vedi lo «zero» di Love nei primi 20’ causa falli, i litigi di Hasbrouck con la mira per il personale 3/14 dal campo e le 11 palle perse collettive all’intervallo poi limitate a tre nell’altra metà di gara. In qualche errore c’è caduta la Tezenis, ma l’ampio coinvolgim­ento ha oscurato anche i rari impacci. Il fatto che poi Rosselli tenga tutti sulle spine, riflettend­o come «81 punti concessi sono ancora tanti», è giusto un altro tassello per capire la nuova Scaligera, giustament­e candidata al salto anche per la saggia fame agonistica di certi suoi interpreti.

Dalmonte La grande differenza il modo in cui siamo stati dentro la partita

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(foto Matteo De Marco) La Tezenis in azione a Udine
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