La coop dei canestri e il roster più lungo Scaligera, la serie A non è più un tabù
Cooperativa Tezenis. Sette giocatori in doppia cifra su otto impiegati (unico sotto i dieci punti l’ottimo Prandin). Tradotto: un film affollato da prim’attori e peraltro in armonia. Per recensire la bella pellicola di Udine bisogna zoomare lì. Sul tratto multitasking di una Scaligera che al Palacarnera, due giorni fa, nel primo di una serie d’incroci stagionali dal profumo playoff, ha scoperto di poter schiacciare il tasto «random», in un certo senso, senza timore di finire nel caos. «Random», nel senso che ovunque sia andata è quasi sempre finita in buone mani, la palla, e per un gialloblù appannato ce n’era un altro pronto a subentrare. «La differenza l’ha fatta il modo in cui siamo stati dentro la partita», così Dalmonte circa il secondo graffio su due uscite di regular season. Dall’81-95 di Udine si ricava una scoperta dell’acqua calda di cui, però, guai a dimenticarsi: altre squadre «lunghe» come Verona, in questa serie A2, non ci sono. Ecco allora che l’8 su 8 da due di Candussi, 17 punti contro una potenziale rogna come Beverly (tatticamente insonorizzato) suona squillante tanto quanto i 19 gettoni di Love tutti nella ripresa (aggiungendoci 6 assist e 4 falli subiti); ecco ancora che gli 11 punti a testa di Rosselli e Udom, uno decisivo per stendere l’avversaria nell’ultimo periodo (7 punti e 4 assist fra 30’ e 40’) e l’altro costante a rimbalzo (9 palloni catturati sotto canestro) viaggiano in parallelo ai 13 di un Severini al solito chirurgico da fuori (3/3 dall’arco); ecco infine che dai 10 punti a testa di Poletti ed Hasbrouck escono cose preziose: il primo con due canestri da rimbalzo offensivo nel quarto finale e il secondo con quell’incipit per infilare subito Verona in corsia di sorpasso. «Loro sono stati molto continui, Love l’ha spaccata, Rosselli l’ha chiusa, a oggi il risultato dice del previsto gap tattico e fisico tra le due squadre», questa la summa di Ramagli, ex gialloblù e ora guida di Udine. «Siamo sempre stati lì con la testa facendo perdere loro sicurezza», la radiografia in rima di un Rosselli già leader. Il tutto al netto dei difetti di prestazione singola o collettiva, vedi lo «zero» di Love nei primi 20’ causa falli, i litigi di Hasbrouck con la mira per il personale 3/14 dal campo e le 11 palle perse collettive all’intervallo poi limitate a tre nell’altra metà di gara. In qualche errore c’è caduta la Tezenis, ma l’ampio coinvolgimento ha oscurato anche i rari impacci. Il fatto che poi Rosselli tenga tutti sulle spine, riflettendo come «81 punti concessi sono ancora tanti», è giusto un altro tassello per capire la nuova Scaligera, giustamente candidata al salto anche per la saggia fame agonistica di certi suoi interpreti.
Dalmonte La grande differenza il modo in cui siamo stati dentro la partita