Corriere di Verona

Tommasoli, ultime due condanne Il caso è chiuso dopo dodici anni

- Di Laura Tedesco

La parola «fine» sul processo VERONA per l’omicidio di Nicola Tommasoli arriva dalla Corte di Cassazione, che ha respinto i ricorsi degli ultimi due imputati, Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini.

Condannati anche loro per l’omicidio preterinte­nzionale di Nicola Tommasoli. Ritenuti dai giudici responsabi­li delle accuse, senza altre possibilit­à di appello. Sei anni e otto mesi di reclusione a testa per Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini, entrambi - secondo i giudici - colpevoli in via definitiva, esattament­e com’erano già stati decretati in precedenza gli altri tre imputati Raffaele Dalle Donne (l’unico al momento detenuto a Montorio), Nicolò Veneri e Federico Perini. Così, poco dopo le 21 di ieri, la Suprema Corte si è pronunciat­a per la terza - e a questo punto ultima volta su una vicenda che, a conti fatti, si è trascinata per le aule dei tribunali per quasi 12 anni.Un’infinità di tempo, un’attesa interminab­ile scandita da lunghe attese ma anche da numerosi colpi di scena.

Ma partiamo dalla fine. All’uscita da una camera di consiglio che si è protratta per l’intera giornata, ieri sera gli Ermellini hanno accolto la richiesta avanzata in mattinata dal Procurator­e generale presso la Corte di Cassazione: quella cioè di confermare in toto la sentenza in base a cui nel 2017 anche gli ultimi due imputati Corsi e Vesentini - vennero ritenuti responsabi­li dell’aggression­e mortale in Corticella Leoni costata la vita il primo maggio del 2008, dopo cinque giorni di agonia su un letto di Terapia intensiva, all’incolpevol­e designer 29enne di Negrar per una maledetta sigaretta negata. In ballo davanti alla Suprema Corte (che - va ricordato - non entra nel merito delle accuse contestate, ma si pronuncia esclusivam­ente riguardo alla legittimit­à dei verdetti impugnati, vale a dire su eventuali vizi di forma) , c’era l’esito con cui si concluse il 6 ottobre 2017 il terzo processo di fronte alla Corte d’assise d’appello di Venezia. In quella sede, a Corsi e Vesentini i magistrati lagunari di secondo grado inflissero «la pena di anni sei e mesi otto di reclusione nonché il pagamento delle spese processual­i».A entrambi vennero riconosciu­te le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, mentre i giudici dell’Assise avevano condannato il solo Vesentini (che nei precedenti giudizi era sempre stato assolto)alla refusione del danno alle parti civili, ovvero famiglia della vittima (assistita dagli avvocati Giorgio Alvino e Franco Rossi Galante) e Comune di Verona. Un verdetto, quello pronunciat­o nel 2017 nell’aula bunker di Mestre, che rappresent­ò l’ennesimo colpo di scena nell’ambito di una trafila giudiziari­a che pareva davvero non terminare mai: da lì, infatti, scattò su iniziativa delle difese un ulteriore passaggio in Cassazione, quello appunto andato in scena ieri a Roma, a distanza di 24 mesi dalla lettura della sentenza impugnata. Da quest’ultimo verdetto, di fatto, dipendeva il destino di Corsi e Vesentini, gli ultimi due imputati che adesso rischiano di dover entrare in carcere: di certo, quella del 2017 era stata una sentenza che aveva spiazzato molti, ponendosi in antitesi rispetto a quelle che erano state alla precedente udienza le richieste giunte dall’accusa, vale a dire «assoluzion­e per Corsi (avvocato Stefano Grolla, ndr) e Vesentini (legali Cristiana Ciurli ed Emanuele Fragasso, ndr)». In quella sede, invece, trovò conferma la condanna a 7 anni e 5 mesi per Raffaele Dalle Donne (difeso dal legale Umberto de Luca): quest’ultimo, al momento, è l’unico ancora in carcere. Definitive e già scontate invece le condanne a 11 anni e un mese comminate a Federico Perini (assistito dall’avvocato Giuseppe Trimeloni con il collega Roberto Bussinello)e Nicolò Veneri (difensore Michele Fiocco). Ad attendere la sospirata ultima parola dei giudici di legittimit­à, ieri, erano rimasti a Verona i signori Luca e Maria Tommasoli: sempre presenti alle innumerevo­li udienze celebrate dal primo grado per stabilire verità e responsabi­lità sulla tragica perdita dell’incolpevol­e figlio 29enne, non c’erano a Roma ad attendere le numerose ore in camera di consiglio necessarie agli Ermellini per pronunciar­si per la terza volta dopo tre processi consecutiv­i in Appello. Tempi lunghissim­i, per ottenere una Giustizia che stavolta dovrebbe almeno aver pronunciat­o la sua ultima parola anche per gli imputati, all’epoca della tragedia tutti ventenni e adesso, ormai, uomini maturi con 12 anni di più.

 ??  ??
 ??  ?? Dolore e ricordo L’assurda tragedia costata la vita nel 2008 a Nicola Tommasoli in pieno centro, per mani di cinque ventenni, sconvolse l’intera città
Dolore e ricordo L’assurda tragedia costata la vita nel 2008 a Nicola Tommasoli in pieno centro, per mani di cinque ventenni, sconvolse l’intera città

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy