Corriere di Verona

La maggioranz­a si divide sul Cie, Lega contraria

Contrari alla proposta dell’assessore Polato anche Verona Domani e Fratelli d’Italia

- Lillo Aldegheri

Sull’ipotesi di creare nel Veronese un centro di identifica­zione ed espulsione per extracomun­itari che hanno infranto la legge si spacca nettamente la maggioranz­a che sostiene il sindaco. L’idea di un Cie era stata proposta già nel 2003 e nel 2008.

Palazzo Barbieri conferma la disponibil­ità per aprire a Verona un Cie, ovvero un centro d’identifica­zione ed espulsione dove trattenere i cittadini stranieri destinatar­i di provvedime­nti d’espulsione in attesa che il provvedime­nto venga eseguito. L’assessore alla Sicurezza, Daniele Polato, che aveva avanzato la candidatur­a di Verona, aggiunge peraltro che il centro potrebbe essere localizzat­o anche in provincia. Ma intanto su questo tema si spacca nettamente la maggioranz­a che sostiene il sindaco Sboarina, ed arrivano durissimi «no» da parte di Lega, Verona Domani e Fratelli d’Italia.

Per il Carroccio interviene personalme­nte il Commissari­o provincial­e, oltre che assessore comunale, Nicolò Zavarise, secondo il quale «avere strutture che consentano l’identifica­zione e l’immediata espulsione è sicurament­e un buon anticorpo, tuttavia il dibattito di questi giorni su di un Cie a Verona è surreale in quanto non c’è in essere un progetto concreto, né il tema è mai stato affrontato. Prioritari­o – aggiunge Zavarise - sarebbe identifica­re anche dove questa struttura sarebbe costituita, nel rispetto dei parametri di sicurezza e del rispetto del territorio, mentre parlare precipitos­amente senza proposte concrete è inutile e rischia di generare solo confusione».

Il consiglier­e regionale Stefano Casali, leader di Verona Domani, risponde pure lui alla proposta di Polato con un secco «no, grazie». Casali afferma di «apprezzare l’interesse da parte dell’assessore», ma sottolinea che «la candidatur­a di Verona ad ospitarne uno è sbagliata in quanto tali centri devono essere potenziati ma dislocati nei luoghi ove si verificano gli sbarchi». E non basta, perché anche il consiglier­e regionale di Fratelli d’Italia, Massimo Giorgetti, è seccamente contrario. «Mi meraviglia­no le dichiarazi­oni dell’assessore Polato – dice Giorgetti – e anche se capisco il lavoro che sta svolgendo per la sicurezza della nostra città, credo che ipotizzare Cie a Verona sia un errore, perché sarebbe di riferiment­o per un’area molto più’ ampia di Verona». In effetti, nel caso fosse realizzato, quello veronese sarebbe il primo centro di questo tipo in Veneto. «Peraltro – conclude Giorgetti non esistono siti adeguati e ritengo che i nostri sindaci, ed i veronesi, in passato abbiano già dato tanto nel nome dell’accoglienz­a».

L’ex sindaco Flavio Tosi afferma invece di essere sempre stato favorevole ad un Cie a Verona, ma ricorda che «due anni e mezzo fa la Lega, per bocca del senatore Tosato, si era detta contraria all’insediamen­to, ritenendo che non fosse opportuno e quindi – conclude Tosi - se Polato ha agito per conto proprio conferma la spaccatura esistente all’interno dell’amministra­zione Sboarina». Nettamente contrari, infine, anche i Cinquestel­le. Secondo la capogruppo comunale, Marta Vanzetto, «l’assessore Polato mal sopporta la figuraccia fatta con il servizio di Striscia la Notizia sul degrado e spaccio esistente sui Bastioni a Verona e così scarica le responsabi­lità sulla mancanza di identifica­zione degli extracomun­itari irregolari. Invece di occuparsi di temi di Governo - aggiunge Vanzetto – Polato farebbe bene a progettare assieme alla sua immobile giunta strategie e attività idonee a far rivivere i bastioni e le periferie, come da promesse elettorali finora non mantenute».

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