Corriere di Verona

«Sissy si è sparata». Nessun giallo su telefoni e Dna

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Nessun giallo sul cellulare: è sempre rimasto nell’armadietto del carcere della Giudecca. Idem sulla pistola: non c’è nessun Dna oltre a quello della vittima, mentre il fatto che l’arma le sia rimasta in mano, così come che la «canna» non abbia tracce di sangue sono casi meno frequenti ma non impossibil­i. Quanto al pc, non c’è stata alcuna formattazi­one o cancellazi­one dei dati, mentre il dipendente dell’ospedale che stava spingendo un carrello al primo piano, ripreso dalle telecamere, è stato identifica­to ma ha detto di non aver sentito nulla. Il gip Barbara Lancieri, un anno fa, aveva imposto nuove indagini, ma il pm Elisabetta Spigarelli è arrivata alle stesse conclusion­i della scorsa estate: non c’è stato nessun omicidio. Quella mattina dell’1 novembre 2016, in uno degli ascensori dell’Ospedale Civile di Venezia, Maria Teresa Trovato Mazza si è sparata alla testa per suicidarsi perché era «depressa», morendo il 12 gennaio scorso. Conclusion­i che però la famiglia dell’ex agente penitenzia­ria, per tutti Sissy», non accetta. «E’ vergognoso, la magistratu­ra non ha mai voluto capire che cosa sia successo a mia figlia - dice Salvatore Trovato Mazza - I miei avvocati non sono mai stati ricevuti dal pm, nonostante l’abbiano chiesto più volte, e nemmeno io». La famiglia farà una nuova opposizion­e.

Il pm Spigarelli già un anno e mezzo fa aveva chiesto una prima volta l’archiviazi­one, ritenendo che non ci fosse nessun sospetto sul caso. La famiglia però aveva fatto opposizion­e e il gip Lancieri aveva convocato d’urgenza la camera di consiglio per il 31 ottobre, il giorno prima che le compagnie telefonich­e cancellass­ero i tabulati di quel giorno, e aveva chiesto vari approfondi­menti. Il telefono era stato attivato alle 5.43, alle 6.16 e poi alle 10.30, sempre collegando­si alla cella della Giudecca. E’ risultato poi che la giovane avesse un’altra Sim, che però non aveva generato traffico quel giorno. Quanto al telefono dell’ex compagna, è sempre rimasto nella zona di Mestre, dove abita. Sulla pistola è stato trovato solo il Dna di Sissy e la squadra mobile ha anche riverifica­to tutte le immagini video delle telecamere dell’ospedale, non registrand­o nessuna persona sospetta. «Ma la procura non vuole investigar­e su che cosa succedesse in carcere - conclude il papà - Mi risulta che dalle ispezioni siano emerse cose gravi, che forse qualcuno sta coprendo». (a. zo.)

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In divisa Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti «Sissy»

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