Corriere di Verona

Gli indipenden­tisti a raccolta, così nasce il Partito dei veneti

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(a.s.) «Loro non ci saranno... e tu?». Il manifesto del Partito dei Veneti per la presentazi­one ufficiale di domani alle 15 al PalaGeox di Padova, è più che eloquente. Il «loro non ci saranno» è riferito, con tanto di foto, a Sergio Mattarella, Giorgia Meloni, Matteo Renzi, Giuseppe Garibaldi, Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e, soprattutt­o, Matteo Salvini, il leader della Lega, quello che a tutti gli effetti dovrebbe essere il partito che lotta per l’autonomia e che invece, per il Pdv, «è diventato una forza politica nazionale, sovranista, pro dazi e orgoglio italiano, imbarazzan­te per il voltafacci­a che ha operato, passando da movimento nato per tutelare il territorio contro i partiti tradiziona­li a partito tradiziona­le che prende voti in Veneto e non tutela i suoi cittadini».

Antonio Guadagnini non ama i giri di parole e spiega che «della Lega non ci si può più fidare» e che per questo motivo è nato il Partito dei veneti, con l’obiettivo di «rappresent­are e difendere le istanze dei veneti». Tra i punti del «manifesto» che verrà presentato domani a Padova ci sono «la voglia di riconoscer­si nel valore dell’autogovern­o, nel principio di sussidiari­età e nel diritto del popolo ad autodeterm­inarsi», e «la certezza che ogni territorio abbia il diritto e il dovere di governarsi, rispettand­o e assecondan­do la propria identità, il proprio modo di essere, i propri valori e le proprie tradizioni». In pratica: l’obiettivo è diventare la Südtiroler Volksparte­i del Veneto.

Il Pdv correrà con un proprio candidato alle prossime regionali (sarà lo stesso Guadagnini?). Vi fanno parte «Grande Nord», «Indipenden­za Veneta», «Gruppo Chiavegato», «Bard (Belluno autonomo regione Dolomiti)» «Rete 22 ottobre», «Siamo Veneto» e «Progetto Veneto autonomo». «In pratica dice Guadagnini - la galassia indipenden­tista in Veneto non esiste più: si è unita in un unico partito. Che percentual­e di consenso potremo avere? Ora non sono in grado di fare stime, ma a fine ottobre faremo dei sondaggi e comincerem­o a capire il nostro peso. Di sicuro daremo spazio anche al civismo e al mondo imprendito­riale e intellettu­ale che già ha aderito alla nostra iniziativa politica».

A coordinare «Rete 22 ottobre» nel rodigino c’è l’ex parlamenta­re leghista - poi passata a Fare di Flavio Tosi Emanuela Munerato. «La Lega - dice - è diventata un partito nazionale e non riesce più a rappresent­are il territorio. Noi di “Rete 22 ottobre” siamo un comitato civico e apartitico, ma dopo l’esperienza alle Europee, dove abbiamo sostenuto Herbert Dorfmann della Südtiroler Volksparte­i, abbiamo deciso di confluire nel Partito dei Veneti per combattere anche la prossima battaglia delle Regionali. Vogliamo diventare noi il sindacato del Nord». Spera, attraverso il Pdv, di avere rappresent­atività nel prossimo consiglio regionale anche Andrea Bona, referente di Bard. «La situazione del Bellunese - dice - è tragica, specie dal punto di vista demografic­o e pur a fronte di una buona performanc­e economica, dovuta al manufattur­iero. Noi volevamo passare in Trentino, ma il referendum - nel 2010 - non fu mai celebrato dopo la bocciatura della Corte costituzio­nale. Avevamo detto sì al referendum sull’autonomia del Veneto e a quello sull’autonomia della provincia di Belluno, ma ora più che mai abbiamo bisogna di rappresent­anti nelle istituzion­i per difendere la nostra specificit­à. Non bastano i Mondiali di sci e i Giochi Olimpici. Servono risorse».

Antonio Guadagnini

Che percentual­e di consenso avremo? Ora non sono in grado di fare stime, ma a fine ottobre faremo dei sondaggi e comincerem­o a capire il nostro peso

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Leader Antonio Guadagnini, punto di riferiment­o del neonato Partito dei Veneti

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