Il carteggio tra Comune e Zai sui sinti sfrattati
(l.a.) Flavio Tosi riapre la polemica sull’area di 5mila metri quadri, vicino a villa Buri, che un emendamento di Michele Bertucco (Sinistra in Comune) proponeva di usare come campo nomadi per risolvere i problemi di sei famiglie di giostrai veronesi di origine Sinti. L’assessore Segala aveva spiegato che quel testo di Bertucco era stato accolto «erroneamente». Ma Tosi diffonde una lettera della stessa Segala, spedita al Consorzio Zai (proprietario dell’area da cui erano sono sfrattate le famiglie), in cui il Comune chiede di «procrastinare la procedura di sgombero delle sei famiglie Sinti al Quadrante Europa, in quanto l’Amministrazione intende, con l’approvazione della Variante 23, individuare definitivamente con apposito emendamento un’area vocata a ospitare l’insediamento della comunità Sinti». Secondo Tosi, in questo modo, l’assessore «chiedeva tempo al Consorzio con la promessa di spostare successivamente e definitivamente i nomadi nel nuovo campo di San Michele». E secondo l’ex sindaco «la lettera prova che l’emendamento non è stato accolto per errore, ma è stato concordato dalla sinistra radicale di Bertucco con Sboarina, Segala e Bertacco. E mentre io chiudevo i campi nomadi, e per queste battaglie presi anche una condanna, conclude Tosi - Sboarina ne vuole aprire di nuovi». Palazzo Barbieri risponde diffondendo a sua volta altre due lettere, con cui la giunta Tosi (assessore Anna Leso) chiedeva anch’essa, al Consorzio Zai, proroghe dello sgombero di quelle famiglie «in attesa di reperire una soluzione ottimale». E secondo l’assessore Bertacco, «Tosi omette di dire che la vicenda è cominciata con la sua amministrazione e che, ovviamente, non l’ha risolta. Noi seriamente cerchiamo una sistemazione esclusivamente per loro – aggiunge - e la soluzione potrebbe passare attraverso l’urbanistica, cioè su un’area idonea».