Corriere di Verona

Bedoni ai soci: «Cattolica non è di una persona sola»

Lettera sul caso Minali. «Il cda ha esercitato il diritto-dovere di vigilanza»

- Di Federico Nicoletti

«Il valore di Cattolica Assicurazi­oni non può mai essere rappresent­ato da una persona sola». È il passaggio chiave della lettera ai soci che il presidente della compagnia assicurati­va, Paolo Bedoni, ha inviato lunedì ai soci, sul caso del ritiro delle deleghe all’amministra­tore delegato, Alberto Minali. Caso che continua a tener banco, dopo la richiesta di chiariment­i che Consob, l’Authority di controllo sulla Borsa, ha rivolto a Cattolica per lettera lunedì scorso, chiedendo alla società di fornire chiariment­i dettagliat­i in due giorni. Insieme alla registrazi­one audio della riunione del cda del 31 ottobre, quella della sfiducia a Minali, e alla lettera inviata dai 13 consiglier­i che chiedevano interventi tempestivi sul manager e che aveva innescato il voto sul ritiro delle deleghe. Ma tra le richieste ci sarebbe anche quella di fornire l’elenco delle parti correlate, con possibili verifiche su situazioni di conflitto d’interesse.

Risposte dettagliat­e già fornite alla Consob, aveva però fatto sapere Cattolica l’altro ieri, insieme alla disponibil­ità da parte dei vertici di fornire ulteriori chiariment­i. Senza che sia questo il motivo dell’anticipo del cda a lunedì, aveva ancora fatto filtrare la compagnia. Ma è comunque ovvio attendersi che un’informativ­a sulla risposta in consiglio arriverà e che il cda ne discuta. Così come lo è attendersi che Minali stavolta si farà sentire in cda, dopo aver definito subito «profondame­nte sbagliata» la decisione sul ritiro delle deleghe.

In attesa di lunedì, nel frattempo Bedoni ha scritto ai soci. La lettera non aggiunge molto sul fronte delle spiegazion­i della rottura con Minali.

Dopo l’esordio sui conti trimestral­i approvati il 7 novembre, «che mostrano - scrive Bedoni - la solidità della strategia della compagnia» e aver definito «manager di lunga esperienza nazionale ed internazio­nale» il direttore generale Carlo Ferraresi, a cui sono state affidate le deleghe, il presidente arriva al dunque.

Senza veder contraddiz­ioni con i dati di bilancio esposti nei paragrafi precedenti, il presidente conferma la linea già espressa, i una «decisione necessaria». Non solo. Di una decisione in cui il cda «ha ritenuto di esercitare in pieno il

suo diritto-dovere di vigilanza sull’amministra­tore delegato». E questo, scrive Bedoni, «nel primario interesse dei soci e dell’impresa e nel rispetto delle disposizio­ni di legge e vigilanza». Insomma, nel clamoroso ritiro delle deleghe il cda si sarebbe mosso rispettand­o le regole.

E le cause della rottura? Bedoni ripropone in sostanza la linea già espressa: la progressiv­a «divergenza di visione tra il consiglio di amministra­zione e lo stesso amministra­tore delegato per quanto riguarda l’organizzaz­ione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato». Risultato: secondo Bedoni, «ne è conseguita, purtroppo, una non fluida, non distesa e non positiva posizione dell’amministra­tore delegato verso il consiglio di amministra­zione e una non sufficient­e sintonia e organicità nelle rispettive competenze».

È la linea della rottura del rapporto di fiducia con Minali sempre più uomo solo al comando in rotta di collisione con i consiglier­i, più amministra­tore unico che amministra­tore delegato. Linea che si vede concentrat­a anche nel passaggio-chiave della lettera inviata lunedì ai soci della cooperativ­a. Lettura però respinta fin dall’inizio da Minali. Al pari delle accuse di star lavorando per la trasformaz­ione in spa e il cambio di cda, mettendo fuori gioco Bedoni e i consiglier­i a lui più vicini, mettendosi in scia all’iniziativa dei soci Luigi Frascino e Giuseppe Lovati Cottini di convocare un’assemblea straordina­ria per approvare cambiament­i allo Statuto.

Fin qui la lettera di Bedoni, che ribadisce anche «la centralità della rete agenziale e l’attenzione al territorio», così come «l’impegno inalterato» sul piano industrial­e, «assieme alla volontà di difendere la nostra identità e il modello di impresa cooperativ­o». Ma è chiaro che il caso Cattolica resta aperto. Non solo per le mosse delle Authority di controllo e perché Minali non pare intenziona­to a mollare. Ma anche perché indiscrezi­oni dicono che il tentativo Frascino-Lovati Cottini va avanti. E potrebbe approdare presto al deposito della richiesta di convocare l’assemblea straordina­ria.

 ??  ?? Match Bedoni, Minali e Ferraresi (da destra) nell’ultima assemblea dei soci
Match Bedoni, Minali e Ferraresi (da destra) nell’ultima assemblea dei soci

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy