Tra autonomia e sicurezza, l’agenda del Pd per il Nord
Verona, summit dem con una parola d’ordine: «Fermare la demagogia di Salvini»
Più autonomia e meno burocrazia, federalismo fiscale, opere pubbliche da sbloccare, più il tema della sicurezza «da strappare alla demagogia». In sintesi è questa l’Agenda del Nord che il Partito Democratico propone per un’area «senza la quale – ha detto il deputato veronese Diego Zardini – non si governa l’Italia». Un’agenda che è stata al centro del convegno organizzato a Verona dal Pd, presenti leader nazionali e regionali del partito ma anche numerosi esponenti del governo e parlamentari. Tra gli invitati, in prima fila, l’assessore regionale leghista Roberto Marcato. E proprio verso la Lega si sono rivolte le bordate più polemiche dei relatori, a partire da Maurizio Martina, secondo il quale «c’è bisogno di un’alternativa ai rischi che Salvini sta facendo correre ai ceti produttivi del Nord, perché – ha sottolineato - quando si scassa l’idea di un Paese come l’Italia, nel cuore dell’Europa, si fa del male alle imprese e a questi territori». Come creare questa alternativa? «Su temi-chiave come il federalismo fiscale, la semplificazione amministrativa e lo sviluppo industriale, non certo con la decrescita felice». La ministra Paola De Micheli, in un videomessaggio, dopo aver ricordato gli oltre 600 milioni stanziati per la Tav sul nodo di Verona ha annunciato la creazione di un «contaopere» che consentirà di seguire via Internet i progressi dei cantieri giorno dopo giorno. «Cantieri che - ha aggiunto - solo per un 30% hanno davvero problemi di burocrazia, mentre in molti casi sono fermi per scelte nazionali ma anche dei territori. Tenteremo di sbloccarli uno a uno – ha concluso - anche facendoci aiutare da commissari ma solo se veramente necessario».Sul tema dell’autonomia è arrivato il videomessaggio del presidente della Regione Emilia, Stefano Bonaccini, per il quale «lo Stato ha il dovere di premiare chi ha i conti in ordine ed offre servizi mediamente di alta qualità, a partire dalla Sanità: la maggiore autonomia che abbiamo richiesto in talune materie (e il problema è di qualità più che di quantità) ha questo obiettivo, e allo Stato non chiediamo un euro in più, lo ripetiamo per rassicurare le Regioni che, diversamente da noi, l’autonomia non la chiederanno mai».Per il viceministro all’Interno Matteo Mauri, «il tema della sicurezza va sottratto alla demagogia, perché è un tema di tutti. Lega e Salvini cercano di strumentalizzarlo, ma la verità è che i crimini sono diminuiti in tutta Italia, e questo governo sta facendo molto per le forze di polizia, a partire dai soldi che proprio Salvini promise di stanziare per gli arretrati del 2018: lui poi non lo fece, mentre noi sì». Ascoltatore attento del dibattito, l’assessore leghista veneto Roberto Marcato ha espresso «apprezzamento» per l’iniziativa, rimarcando però «l’impressione che si continui ad usare una lente deformata, da ”vecchia sinistra”: non si può ridurre tutto a una contrapposizione tra la demagogia attribuita alla Lega e un ”fare bene” attribuito solo agli altri. E la demagogia – conclude Marcato – siamo sicuri che sia solo da demonizzare, e non sia invece uno degli strumenti utilizzabili per raggiungere risultati concreti?». All’incontro veronese hanno partecipato tra gli altri anche il sottosegretario all’Interno, Achille Variati, il capogruppo regionale Stefano Fracasso, il segretario regionale del Pd, Alessandro Bisato, l’onorevole Gianni Dal Moro e il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni.
Martina Serve un’alternativa ai rischi che Salvini sta facendo correre ai ceti produttivi del Nord
De Micheli Opere spesso ferme per i no dei territori. Si può pensare a un commissario (solo quando serve)