Medicina festeggia i cinquant’anni
Il presidente della Scuola Domenico De Leo: «Un cerchio che non si chiude»
Un avvocato di lungimirante visione e ostinata tenacia, Gian Battista Rossi. Correva il 1965 quando, alla guida degli Istituti Ospedalieri di Verona, fu lui a maturare l’idea di trasformare il nuovo ospedale di Borgo Roma in piena costruzione, in un policlinico universitario e farne un moderno ed efficiente centro di assistenza sanitaria per tutto il Nord-Est. Quell’idea divenne realtà quattro anni più tardi quando la allora facoltà di Medicina sorse a Verona.
Un avvocato di lungimirante visione e ostinata tenacia, Gian Battista Rossi. Correva il 1965 quando, alla guida degli Istituti Ospedalieri di Verona, fu lui stesso a maturare l’idea di trasformare il nuovo ospedale di Borgo Roma in piena costruzione, in un policlinico universitario e farne un moderno ed efficiente centro di assistenza sanitaria per tutto il Nord-Est. Quell’idea divenne realtà quattro anni più tardi quando la allora facoltà di Medicina sorse a Verona come sede distaccata dell’università di Padova: l’idea di Rossi, che verteva sullo sdoppiamento dell’Università di Padova, se fu accolta con favore nella città del Santo alle prese con il sovraffollamento del proprio ateneo, incontrò invece non poche resistenze tra i medici ospedalieri veronesi che temevano di perdere il loro primato in città a vantaggio degli accademici padovani. Tra scontri e riunioni fiume, Rossi andò avanti per la sua strada, fino a convertire l’iniziale scetticismo della classe politica locale (ma anche a Roma) in trasversale assenso, e a superare le mille difficoltà di carattere burocratico. Il 31 ottobre del 1968 fu firmata la convenzione tra gli Istituti Ospedalieri
di Verona, il Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli studi universitari in Verona, e l’Università di Padova per «la istituzione ed il funzionamento in Verona di corsi paralleli raddoppiati del secondo triennio del corso di laurea in Medicina e Chirurgia». A partire dall’anno accademico 1969/70 Verona vide nascere la facoltà di Medicina, sia pur limitatamente al secondo triennio. Il ciclo di studi fu completato nell’anno 198/84 quando la Facoltà veronese era già da un anno divenuta autonoma. I cinquant’anni della nascita sono stati celebrati ieri nel convegno «50 anni di medicina a Verona» presso l’aula magna De Sandre del Policlinico di Borgo Roma: tra immagini e testimonianze dirette si ripercorsa la storia dell’attuale Scuola di Medicina, che con i suoi quasi 300 docenti offre oggi agli oltre 2700 studenti iscritti percorsi formativi nell’area delle professioni sanitarie: «Una grande emozione. In questa istituzione è ancora forte il senso di appartenenza. Sulla via tracciata da Rossi, intendiamo proseguire. Il cerchio non si deve chiudere, i nostri giovani saranno qui a celebrare i cento anni»: queste le parole di benvenuto del Presidente della Scuola, Domenico De Leo. «Un piacere portare i saluti della Regione Veneto per i cinquant’anni della Scuola di Medicina di Verona, capace d’insediarsi in modo pregnante in un sistema sanitario di eccellenza ai vertici delle classifiche nazionali» ha sottolineato l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin. Nel suo intervento, l rettore dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini, ha ricordato figure centrali nella storia dell’ateneo quali i rettori Hrayr Terzian, Mario Marigo e Alessandro Mazzucco: «Sarò io all’altezza di questi bronzi di Riace? Posso dire che manterrò la barra a dritta stigmatizzando prepotenza e discriminazione, premiando il merito e lavorando in onestà».
Il presente
Oggi la Scuola di Medicina conta quasi 300 docenti e 2.700 studenti