Ecopannolini e niente auto, sono le famiglie «zero rifiuti»
Non produrre rifiuti non significa riciclare, ma eliminare ogni spreco d’imballaggi, di plastica, di carta e depennare tutto ciò che è usa-e-getta. Pratiche che sono più facili del previsto. Lo dimostrano i partecipanti al primo raduno nazionale Famiglie zero rifiuti, che si è svolto in città. «Credevo di essere brava perché facevo la raccolta differenziata e mangiavo bio, ma quando è nato il mio primo figlio, otto anni fa, ho iniziato a pensare che si potesse fare di più» spiega Elena Bollati, una delle organizzatrici, insieme a Elisabetta Adami e Paola Pische. La lista di soluzioni alternative per lei inizia dai pannolini lavabili: «Quando portavo giù la spazzatura carica di pannolini usati, pensavo all’impatto che una creatura così piccola potesse avere sull’ambiente già durante i primi giorni di vita. Così ho pensato a un piano B». Dopo i pannolini lavabili sono arrivati i salvaslip lavabili, le coppette mestruali (per evitare assorbenti monouso), scottex, pellicola trasparente e tutti quei prodotti che affollano la cucina ma di cui si potrebbe fare a meno. «Non vado al supermercato da tre anni – continua Elena – vado solo al mercato e col carrello già pieno: nel senso che porto io i contenitori vuoti per tutto, per i cereali, gli affettati, il pesce, i latticini. Ho anche il contenitore per le uova e i sacchetti riutilizzabili per frutta e verdura». A ispirare la maggior parte dei presenti è l’esempio di Linda Maggiori, relatrice della giornata, blogger, scrittrice e fondatrice del Gruppo Famiglie Rifiuti Zero, che da quasi 10 anni ha detto addio all’automobile per ridurre anche l’emissione di CO2, scegliendo di andare in bici, coi mezzi pubblici, raramente carsharing. Il passo successivo alla produzione ridotta di rifiuti? «L’autoproduzione – confessa Elisabetta -. Faccio quasi tutto in casa. Pane, biscotti, budini, ma anche il dentifricio con l’argilla o il detersivo per i piatti con le bucce di limone».
Autoproduzione «Faccio quasi tutto in casa: pane, biscotti, budini e anche il dentifricio»