Finita l’odissea La Variante 23 è stata approvata
Approvato il provvedimento in via definitiva. L’assessore rassicura i consiglieri dopo le diffide dei costruttori
È stata un’odissea (ed avrà ripercussioni anche nelle aule dei tribunali) ma alla fine, tra mille tensioni, è arrivato il via libera definitivo. Il consiglio comunale di Verona ha approvato ieri sera, con 22 sì e 11 no, la Variante urbanistica 23, dopo scontri andati avanti per oltre 2 anni e culminati nei giorni scorsi con una serie di lettere di diffida fatte pervenire ai consiglieri da parte di rappresentanti legali di alcuni progetti bloccati, da Quinzano (San Rocchetto) a San Michele (centro commerciale La Cercola) e a San Massimo (Cava Speziala).
Non a caso, quindi, l’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala, anziché con un usuale intervento, ha preferito chiudere il dibattito leggendo una lunga nota legale per spiegare come fosse «opportuno votare questa delibera, nonostante le intimazioni ricevute dai legali». Il riferimento era alla vicenda di San Rocchetto, ma è sembrato indicare la strada anche per le altre aree in contestazione visto, ad esempio, che la proprietà dell’area Cercola ribadisce che «l’approvazione della Variante 23 sarà certamente oggetto di contenzioso giudiziario con richiesta di risarcimento dei danni». Tranquillizzati comunque dalla dichiarazione di Segala, i consiglieri di maggioranza hanno votato (tutti) a favore. Contrari (con motivazioni diverse ma con toni molto duri) il Pd, i tosiani, M5S, Sinistra in Comune e Traguardi. Varata nel 2016 dalla giunta Tosi ma poi profondamente modificata dalla giunta Sboarina, la Variante 23 cambierà il futuro di Verona, riducendo le aree destinate a nuovi centri commerciali ma anche cambiando le norme per insediamenti sulle Torricelle, introducendo nuove regole per il centro storico e decidendo la sorte di insediamenti importanti. In apertura di seduta, ieri sera, si era parlato anche delle rivelazioni del Corriere di Verona sul futuro di Agsm. Michele Bertucco ha chiesto lumi sull’ipotesi di creare una nuova società in cui Agsm ed Aim abbiano il 35% di quote ciascuna, col 30% restante per il partner industriale. E il sindaco, Federico Sboarina, ha ribadito che «le quote rispecchieranno la dimensione reale delle due società, mentre si cercherà un accordo politico complessivo esaminando anche la futura governance».