Sindaci, via libera all’aumento delle indennità
Primo atto del governo dopo il manifesto dell’Anci con il Corriere: emendamento nel decreto fiscale
Dopo le promesse ecco l’emendamento. Il premier Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri hanno dato il via libera all’emendamento chiesto dall’Anci, e rivendicato dai sindaci veneti nel loro manifesto, per un aumento dell’indennità dei sindaci dei piccoli Comuni. In Veneto aumenteranno gli stipendi di un sindaco su due.
Dopo le promesse fatte dal palco dell’assemblea nazionale di Anci ad Arezzo, il governo passa ai fatti e annuncia con il premier Giuseppe Conte un emendamento al Decreto Fiscale per l’aumento delle indennità dei sindaci dei piccoli Comuni. Una richiesta che i primi cittadini del Veneto avevano inserito nel manifesto pubblicato dal Corriere del Veneto e arrivato, oltre che sulla scrivania dello stesso Conte, nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E difatti l’ex presidente di Anci Veneto (e sindaco dem di Mirano) Maria Rosa Pavanello, da due giorni rieletta vice presidente vicario dell’associazione, plaude alprende l’iniziativa di Palazzo Chigi: «L’aumento dell’indennità è un primo tassello del percorso di riconoscimento della dignità del ruolo dei sindaci perché come ha ricordato pochi giorni fa il Presidente Mattarella i Comuni non sono la periferia, ma la base della Repubblica. Si tratta di una delle battaglie che Anci Veneto ha sostenuto con forza, ci auguriamo che l’iter di approvazione proceda senza intoppi e trovi un accordo condiviso in parlamento: rappresenterebbe un segnale di attenzione e responsabilità nei confronti dei sindaci davvero importante». Come aveva ironizzato il presidente nazionale di Anci (e sindaco di Bari) Antonio Decaro, infatti, oggi molti primi cittadini ricevono un stipendio addirittura inferiore ai 780 euro del Reddito di cittadinanza: «Fare i sindaci non conviene!».
Dunque il punto di partenza è l’emendamento al Decreto Fiscale già depositato dal Pd (primo firmatario Claudio Mancini) al Decreto Fiscale in discussione in commissione Finanze. Ma il testo, si apda fonti di governo, verrà riscritto a seguito dell’intesa raggiunta nella maggioranza e tra quest’ultima e l’Anci. L’obiettivo è quello di fissare uno «stipendio minimo» per le amministrazioni fino a 5 mila abitanti, che dovrebbe aggirarsi tra i 1.400 e i 1.500 euro netti al mese (oggi sono di 1.291 euro lordi per i Comuni fino a mille abitanti; 1.446 euro lordi da mille a 3 mila; 2.169 euro lordi da 3 mila a 5 mila abitanti). In Veneto la novità interesserebbe più della metà delle amministrazioni: 287 su 563.
Soddisfatto anche il neo presidente di Anci Veneto, il sindaco di Treviso Mario Conte (Lega), che proprio in occasione della sua elezione al vertice dell’associazione aveva avvertito: «Alle ultime amministrative in 46 Comuni c’era un solo candidato, segno evidente che oggi fa paura fare il sindaco. Non ci sono contributi, tocca farsi un’assicurazione ma soprattutto non c’è un compenso dignitoso rispetto alle responsabilità e al tempo impiegato». Ora plaude all’emendamento annunciato dal governo: «È sicuramente un provvedimento che va nella direzione auspicata. Ricordiamo che i sindaci sono persone che si mettono a disposizione della comunità 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, senza tutele. Oltretutto, rischiano pure procedimenti per abuso d’ufficio per una firma in buona fede o una comunicazione interna mal interpretata. È giusto riconoscere loro una giusta indennità: prima ancora che economico, è un fatto di dignità».
A seguire l’iter dell’emendamento in parlamento sarà il sottosegretario dell’Interno con delega agli Enti locali (ed ex sindaco di Vicenza) Achille Variati, presente all’incontro di mercoledì tra il premier Conte, il ministro dell’Economia Gualtieri e i rappresentanti dell’Anci: «Sono molto ottimista - dice - non solo per le parole pronunciate dal presidente Conte ma anche e soprattutto per l’emergere di una maggioranza parlamentare ampia e trasversale che riconosce come è ora di dare fiducia alle autonomie locali. C’è la dichiarata volontà degli esponenti di tante e diverse forze politiche di dare finalmente risposte ai territori, troppo a lungo penalizzati. È incoraggiante il livello di sensibilità mostrato dai parlamentari».