LA VERA BATTAGLIA
Oggi diamo una buonissima notizia. Che rende giustizia e dignità alla «famiglia politica» più fragile e importante dell’architettura istituzionale di questo Paese: quella dei sindaci. Il governo sta scrivendo il decreto fiscale con il quale verrà attribuito ai settemila primi cittadini dei Comuni con meno di cinquemila abitanti un’indennità minima di 1.400 euro netti al mese, una soglia di salvaguardia del lavoro di chi fra missione individuale e funzione collettiva è ridotto attualmente a percepire una sorta di mancia (quando addirittura nemmeno un euro) per un lavoro di frontiera che stupidamente in tutti questi anni si è voluto inventariare come una forma di obbligo al volontariato.
Resta il passaggio parlamentare, ma è improbabile che chi siede nei palazzi romani arriverà all’azzardo di non approvare una decisone così sacrosanta. Un vero «decreto dignità» che compensa almeno in piccola parte il m0struoso divario con tutti gli altri amministratori e politici.
Il provvedimento arriva dopo una battaglia condotta dai sindaci e da chi li rappresenta l’Anci - e dopo che questo giornale ha lanciato una campagna in tempi non sospetti. Quando, all’indomani del voto delle amministrative del 9 giugno scorso, mentre si commentavano vittorie e sconfitte, pubblicammo un editoriale dal titolo «E ora non lasciamoli soli». Una sollecitazione alla politica nazionale, peraltro, che non sottolineava solo l’esigenza di un aumento delle indennità ma che esaltava la natura della loro «missione». Li chiamammo - tutti i sindaci dei Comuni, non solo di quelli piccoli «sindaci eroi» perché la loro frontiera è quella del rapporto diretto con il cittadino. Che presuppone presenza, responsabilità diretta, supplenza economica (e psicologica) a chi perde un lavoro, immediatezza di risposta e verifica quotidiana sul campo, da parte del cittadino-elettore, dell’efficacia della risposta stessa (vogliamo parlare dei tempi di tutta l’«altra politica»?). Chi scrive, titolò un secondo editoriale «Mandate una mail a questo giornale» e ricevemmo decine di testimonianze che compongono la summa della solitudine dei sindaci, stretti fra poche risorse e burocrazia. Costretti (in silenzio) a fare gli spazzini e gli autisti dei pulmini, a tagliare le erbacce,a spalare la neve, a raccogliere i rifiuti e curare le aiuole.
Ovviamente non rivendichiamo alcun merito se non quello di una precisa scelta di campo: l’insofferenza dei sindaci serpeggia da anni sopita e ignorata perfino da parlamentari ex sindaci che una volta arrivati a Roma rischiano di dimenticarsi chi erano e cosa facevano. Questo giornale si è «messo a disposizione» cercando di catalizzare l’attenzione sul problema per farlo diventare una «battaglia» priva di bandiere ideologiche. Un pungolo costante che ha portato Il
Corriere del Veneto a fornire supporto e visibilità alla produzione del Manifesto dei sindaci recentemente consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È accaduto nella tre giorni del congresso nazionale dell’Anci dopo la quale il governo si è mosso recependo questa prima istanza. Un passo iniziale in un cammino lungo. Nel quale noi saremo sempre dalla parte dei sindaci.