«Bauli ha ragione, così il governo frena la crescita di Verona»
Il prof. Perali: «Potrebbe diventare una piccola tigre asiatica»
«Il governo non aiuta le imprese? Faccia qualcosa il territorio: Verona può diventare una piccola “tigre asiatica”». Carlo Federico Perali, docente di Politica economica all’università di Verona sposa (quasi) in toto le tesi del presidente di Confindustria Michele Bauli. Mercoledì, presentando i dati relativi alla produzione industriale del terzo trimestre, Bauli aveva puntato il dito contro l’esecutivo. «Manca una politica industriale e le imprese vengono considerate più entità da cui attingere imposte, che partner», aveva detto. Un’accusa che risulta fondata anche per il professor Perali.
Qual è la principale difficoltà che ha il mondo imprenditoriale oggi?
«Sicuramente il crollo della domanda interna. Non è un caso che il report di Confindustria sottolinei che le imprese in crescita sono quelle trainate dalle esportazioni. Ci sono diverse ragioni a monte».
Quali?
«C’entra la questione demografica: l’invecchiamento della popolazione fa calare i consumi interni. E anche il divario
Nord – Sud. Il settentrione è più produttivo ma sconta anche un potere d’acquisto molto più basso. Così l’opportunità di crescita per le imprese è proprio quella di fare affari all’estero, in particolare fuori Europa».
Confindustria lamenta anche una crisi di fiducia...
«È così, ma il problema non riguarda solo gli imprenditori italiani. È globale, e questo complica le cose perché le realtà produttive estere che potrebbero accompagnare le nostre imprese in una dimensione più internazionale vengono rallentate negli investimenti».
C’è qualcosa su cui non è d’accordo con l’intervento di Bauli?
«Giusto chiedere un intervento governativo, ma io non ci farei affidamento. Questa assenza del governo è anche un’opportunità da cogliere a livello locale».
In che modo?
«Facendo sistema tra banche, imprese e politica. La fiscalità locale, ad esempio, potrebbe dare una grossa mano, le istituzioni potrebbero attrarre fondi a livello internazionale, trasformando un problema in un’opportunità. Verona, ma anche le province vicine, hanno tutte le caratteristiche per poter diventare delle piccole “tigri asiatiche” all’interno dell’Italia. Oltretutto Verona ha la caratteristica di avere un’economia anticiclica: l’agroalimentare e il turismo contribuiscono ad attutire le crisi. In compenso c’è un problema di innovazione. E qui anche l’università potrebbe fare la propria parte».