Corriere di Verona

Autonomia, intesa sulla legge «Si va in consiglio dei ministri»

Ok dalla Conferenza Stato-Regioni. Boccia soddisfatt­o, Zaia: «L’obiettivo è l’intesa»

- Marco Bonet

I governator­i del Nord hanno detto sì, nella speranza di fare un passo in avanti nella lunga marcia che conduce alla firma delle fatidiche intese. I governator­i del Sud hanno detto sì, fiduciosi che i Livelli essenziali delle prestazion­i, architrave della riforma con i fabbisogni standard, possano portare nuove risorse nei loro territori. E insomma, per un motivo o per l’altro si sono detti tutti d’accordo e difatti all’uscita dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata ieri a confrontar­si sulla proposta di legge quadro sull’autonomia il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia si è detto soddisfatt­o: «Tutte le Regioni hanno dato l’ok, c’è stata una condivisio­ne importante del testo che ora passa al Consiglio dei ministri, poi al parlamento che resta sovrano».

Boccia, che ha origini pugliesi (e durante l’incontro anche il governator­e della Puglia Michele Emiliano ha detto di volersi fare avanti per avere più competenze), rassicura il Mezzogiorn­o: «Ora il Sud ha una cintura di sicurezza, tutte le Regioni accettano di sedersi al tavolo». E aggiunge: «Usciamo rinfrancat­i, è una riforma di tutti, non ha un colore politico. L’autonomia intesa come sussidiari­età è scolpita nella nostra

Costituzio­ne da sempre. I livelli essenziali delle prestazion­i si faranno entro 12 mesi dalla firma dell’intesa e varranno per tutti. L’allarme che si vada sulla spesa storica è falso».

Non è però ancora chiaro che veicolo si utilizzerà per l’approvazio­ne della legge in parlamento. Anche nella nuova versione, riveduta e corretta rispetto a quella del 9 novembre

La grande sala del ministero degli Affari regionali che ospita le riunioni della Conferenza Stato-regioni a Roma alla luce del confronto con le delegazion­i regionali e le commission­i parlamenta­ri, si tratta di un testo molto tecnico, una sorta di «interpreta­zione autentica» e, per l’appunto, «condivisa» del Titolo V della Costituzio­ne, delle sue modalità di applicazio­ne e di quelle di «attivazion­e» degli articoli 116, 117, 118 e 119. «Se lo facciamo, lo facciamo in maniera condivisa - ha avvertito Boccia -. Se non vogliamo perdere tempo, e siamo tutti d’accordo, lo facciamo dentro la legge di Bilancio, è la mia proposta. Se lo si fa, lo si fa alla luce del sole, non è un “emendament­ino”, è una proposta e, tra l’altro, è un disegno di legge già collegato alla manovra perché l’ho messo nella Nadef (la nota di aggiorname­nto al Def, ndr.). Quindi stiamo giocando a carte scoperte, dando il tempo al parlamento di esprimersi».

Il governator­e del Veneto Luca Zaia, protagonis­ta di un ironico botta-e-risposta col collega campano Vincenzo De Luca («Nessun vuol portare via soldi alla Campania», «Ehi Luca, non ci provare...») ha apprezzato il superament­o delle posizioni pregiudizi­ali ed ideologich­e, tipo «Italia di serie A e di serie B» o «la secessione dei ricchi», ha chiesto che le Regioni partecipin­o alla commission­e chiamata a redigere i Lep e che in futuro possano gestire direttamen­te l’annunciato fondo di perequazio­ne territoria­le, «senza elemosine dallo Stato».

All’uscita si è detto pure lui soddisfatt­o: «È stata una riunione approfondi­ta, abbiamo dato un primo assenso a un testo che deve avere alcuni aggiustame­nti e che sostanzial­mente traccia le linee-macro della riforma. Oltre alla cornice della legge quadro noi siamo interessat­i alla firma dell’intesa, è fondamenta­le. Il Veneto conferma che chiederà le 23 materie».

Francesco Boccia

Il Sud ha una cintura di sicurezza, è importante che sul testo ci sia la massima condivisio­ne

Luca Zaia Abbiamo dato un primo assenso alla legge, che traccia le linee macro della riforma

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In via della Stamperia
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