Autonomia, intesa sulla legge «Si va in consiglio dei ministri»
Ok dalla Conferenza Stato-Regioni. Boccia soddisfatto, Zaia: «L’obiettivo è l’intesa»
I governatori del Nord hanno detto sì, nella speranza di fare un passo in avanti nella lunga marcia che conduce alla firma delle fatidiche intese. I governatori del Sud hanno detto sì, fiduciosi che i Livelli essenziali delle prestazioni, architrave della riforma con i fabbisogni standard, possano portare nuove risorse nei loro territori. E insomma, per un motivo o per l’altro si sono detti tutti d’accordo e difatti all’uscita dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata ieri a confrontarsi sulla proposta di legge quadro sull’autonomia il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia si è detto soddisfatto: «Tutte le Regioni hanno dato l’ok, c’è stata una condivisione importante del testo che ora passa al Consiglio dei ministri, poi al parlamento che resta sovrano».
Boccia, che ha origini pugliesi (e durante l’incontro anche il governatore della Puglia Michele Emiliano ha detto di volersi fare avanti per avere più competenze), rassicura il Mezzogiorno: «Ora il Sud ha una cintura di sicurezza, tutte le Regioni accettano di sedersi al tavolo». E aggiunge: «Usciamo rinfrancati, è una riforma di tutti, non ha un colore politico. L’autonomia intesa come sussidiarietà è scolpita nella nostra
Costituzione da sempre. I livelli essenziali delle prestazioni si faranno entro 12 mesi dalla firma dell’intesa e varranno per tutti. L’allarme che si vada sulla spesa storica è falso».
Non è però ancora chiaro che veicolo si utilizzerà per l’approvazione della legge in parlamento. Anche nella nuova versione, riveduta e corretta rispetto a quella del 9 novembre
La grande sala del ministero degli Affari regionali che ospita le riunioni della Conferenza Stato-regioni a Roma alla luce del confronto con le delegazioni regionali e le commissioni parlamentari, si tratta di un testo molto tecnico, una sorta di «interpretazione autentica» e, per l’appunto, «condivisa» del Titolo V della Costituzione, delle sue modalità di applicazione e di quelle di «attivazione» degli articoli 116, 117, 118 e 119. «Se lo facciamo, lo facciamo in maniera condivisa - ha avvertito Boccia -. Se non vogliamo perdere tempo, e siamo tutti d’accordo, lo facciamo dentro la legge di Bilancio, è la mia proposta. Se lo si fa, lo si fa alla luce del sole, non è un “emendamentino”, è una proposta e, tra l’altro, è un disegno di legge già collegato alla manovra perché l’ho messo nella Nadef (la nota di aggiornamento al Def, ndr.). Quindi stiamo giocando a carte scoperte, dando il tempo al parlamento di esprimersi».
Il governatore del Veneto Luca Zaia, protagonista di un ironico botta-e-risposta col collega campano Vincenzo De Luca («Nessun vuol portare via soldi alla Campania», «Ehi Luca, non ci provare...») ha apprezzato il superamento delle posizioni pregiudiziali ed ideologiche, tipo «Italia di serie A e di serie B» o «la secessione dei ricchi», ha chiesto che le Regioni partecipino alla commissione chiamata a redigere i Lep e che in futuro possano gestire direttamente l’annunciato fondo di perequazione territoriale, «senza elemosine dallo Stato».
All’uscita si è detto pure lui soddisfatto: «È stata una riunione approfondita, abbiamo dato un primo assenso a un testo che deve avere alcuni aggiustamenti e che sostanzialmente traccia le linee-macro della riforma. Oltre alla cornice della legge quadro noi siamo interessati alla firma dell’intesa, è fondamentale. Il Veneto conferma che chiederà le 23 materie».
Francesco Boccia
Il Sud ha una cintura di sicurezza, è importante che sul testo ci sia la massima condivisione
Luca Zaia Abbiamo dato un primo assenso alla legge, che traccia le linee macro della riforma