Trevigiana uccisa a Capo Verde fermato un italiano: le doveva soldi
È istruttore di kickboxing, l’avrebbe ammazzata di botte. Indagato pure un suo collaboratore
In ciascuna delle foto del profilo Facebook sembra voler dimostrare la sua forza fisica. E un carattere che lascia poco spazio alla mediazione. Negli scatti Gianfranco Coppola, romagnolo, mostra con orgoglio quei muscoli che, martedì pomeriggio, si sarebbero trasformati nell’arma usata per uccidere di botte Marilena Corrò. È lui l’uomo fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso la 52enne ex albergatrice di Treviso nell’isola di Boavista, a Capo Verde. E al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche la posizione di un altro italiano, un collaboratore di Coppola, che lo avrebbe aiutato a ripulire la scena del delitto. Un omicidio efferato e brutale, che ha spezzato la vita di «Mary» in quella terra che aveva scelto per ricominciare la sua vita personale e professionale.
La donna aveva gestito per molti anni, in Borgo Cavour a Treviso, il bed&breakfast «Maison Maggy». Un anno fa però, dopo la morte del compagno in seguito a una grave malattia, l’imprenditrice ha lasciato l’Italia per trasferirsi sull’isola dell’Africa Occidentale e continuare l’attività del padre Luciano, anche lui recentemente scomparso, cioè gestire il b&b «La Paz» a Sal Rei. Ma proprio quell’attività avrebbe decretato la sua condanna a morte, perché alla gestione collaborava il presunto assassino. Così Marilena l’aveva conosciuto e in quel rapporto di lavoro sarebbe maturato il movente del delitto che, secondo fonti locali, sarebbe di natura economica. I due si sarebbero incontrati martedì pomeriggio per discutere di soldi: pare che, secondo fonti giornalistiche di Capo Verde, Coppola avesse contratto debiti con la donna. Tra i due sarebbe scoppiata una lite furiosa, al culmine della quale il 50enne avrebbe aggredito e picchiato la Corrò. Colpi su colpi, fino a quando lei ha smesso di urlare e di provare a difendersi. Ed è morta. L’uomo avrebbe cercato di occultarne il cadavere gettandolo nella cisterna per la raccolta dell’acqua. Ma le urla della vittima sono state sentite dai vicini, che hanno dato l’allarme. E la polizia, arrivata subito dopo l’omicidio, è risalita rapidamente all’istruttore di kickboxing, fermato e trattenuto in commissariato.
Ieri, al tribunale locale, si è tenuta l’udienza di convalida davanti al giudice, che si è riservato la decisione. Non si sa se l’indiziato abbia confessato il delitto o si sia avvalso della facoltà di non rispondere. «È indagato con l’accusa di omicidio — conferma il delegato consolare per le isole portoghesi Claudio Morlin —. Nelle prossime ore la sua posizione sarà definita. La Procura locale ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà eseguita nei prossimi giorni». Le notizie che arrivano dall’Africa sono frammentarie, anche per i familiari della Corrò. Dall’Italia dovrebbero essere partiti per Capo Verde i fratelli Simone e Monica, mentre a Treviso restano i figli di Marilena, Filippo 20 anni e Margherita di 17 anni. Devastati
Marilena Corrò, 52 anni, e Gianfranco Coppola
dal dolore, hanno deciso di attendere la salma. «Marilena era un miracolo di vita — racconta Filippo, chiamando la madre per nome e con la voce rotta dall’emozione — solare e sempre piena di idee. Era una persona splendida, non meritava di morire così. Di quello che le è successo a La Paz non sappiamo molto e preferisco non parlare. Ma quel che è certo è che quell’uomo era noto a Capo Verde, e anche in Italia, per il suo carattere violento e che era stato già arrestato».
Nell’isola, paradiso dei turisti, l’uomo è descritto come un violento che già in passato avrebbe avuto guai con la giustizia per aggressioni e pestaggi. Nel luglio 2018 aveva ammesso su Facebook di aver picchiato un ladro sorpreso a rubare nella sua palestra: «Ora lui è in ospedale, in osservazione, e io in polizia, perché il ladro mi ha denunciato per aggressione — scriveva —. Detto ciò, un consiglio: se prendete un ladro in casa fatelo a pezzi e datelo ai maiali».
Marilena Corrò, 52enne trevigiana, martedì pomeriggio è stata uccida nell’isola di Boavista, a Capo Verde, dove gestiva un B&B. La polizia ha fermato un italiano, Gianfranco Coppola: aveva debiti con lei