L’ispettore di Bankitalia: «Bpvi, Zonin aveva in cda un ruolo predominante»
Zonin in Banca Popolare di Vicenza? «Il presidente mantiene un ruolo predominante nel consiglio». E ancora: «I processi decisionali erano connotati da squilibrati ripartizioni dei ruoli e insufficiente dialettica degli organi, prevalentemente a causa del ruolo esercitato dal presidente, acriticamente seguito dal consiglio». E da ultimo: «L’assidua presenza in banca e il forte rapporto con il direttore generale testimonia il mantenimento di un ascendente del presidente anche sull’attività dell’esecutivo». A leggere, sul banco dei testimoni, stralci del rapporto postispezione di Banca d’Italia del 2009, ieri in tribunale a Vicenza nell’ambito del processo sul crac dell’ex popolare, è stato Mauro
Parascandolo (nella foto, interrogato dal pm Luigi Salvadori), che in via Nazionale aveva diretto la divisione che vigilava anche su Bpvi.
Parascandolo ha ripercorso, carte alla mano, lo storico del quadro che Via Nazionale aveva sulla popolare. L’immagine che ne emerge, dall’ispezione 2008 in avanti, chiusa con un giudizio negativo di 4 in una scala col voto peggiore 5, è di una banca da tallonare da vicino. Dopo «la crescita dei primi anni duemila, con le acquisizioni e l’espansione della rete con tante filiali inefficienti», dice Parascandolo. Via Nazionale vieta a Vicenza espansioni e acquisizioni. Zonin fa ritornare a Vicenza da ad Divo Gronchi. Banca d’Italia rimuove il divieto nel 2011, dopo che la banca almeno introduce il voto di lista per il cda.
Ma le criticità restano: gli impieghi superiori al 100% della raccolta. E poi l’ispezione 2012, negativa per 4 su una scala di 6, che segnala lo scadimento dei crediti, con maggiori perdite per 112 milioni. Senza contare i segnali come il fondo riacquisto azioni proprie che esplode a settembre 2012, da 30 a 240 milioni. Banca d’Italia combatte a colpi di lettera, prendendo per buone le risposte di Vicenza. Omeopatia su un malato cronico. La svolta l’8 ottobre 2014. Bpvi incontra la vigilanza Bce che si appresta a subentrare dopo gli stress test. La banca segnala azioni proprie per 195 milioni:si sono mangiate un terzo dell’aumento di capitale appena fatto. Bce stavolta vuol vederci chiaro e decide di programmare un’ispezione. Quella che nel 2015, in due mesi, farà venir giù tutto.