Corriere di Verona

«Fragili e spenti, lavoriamo meglio»

- M. F.

Buio pesto per la Calzedonia. La sconfitta con la Consar Ravenna, mercoledì sera al Pala De André, ha allungato il momento nero per la squadra di Radostin Stoytchev. La lezione subita è stata meno severa in confronto a quelle incassate con Vibo Valentia, a Reggio Calabria, e con la Vero Volley Monza, in casa. Due 3-0 secchi e senza attenuanti da una parte. Dall’altra, un 3-1 in cui Verona ha tentato perlomeno di reagire. Non è stato abbastanza e così la scia di partite perse consecutiv­e non si spezzata. Sono tre i ko di fila per la Calzedonia, un crollo inatteso dopo che Verona aveva creato grosse difficoltà a Trento, impensieri­to la Lube Civitanova e battuto in maniera secca la Kioene Padova nel derby veneto. Cosa sta succedendo, dunque? Cerca di spiegarlo, dopo quanto accaduto a Ravenna, Emanuele Birarelli, capitano gialloblù: «In questo momento purtroppo siamo un po’ fragili quando l’avversario è sopra col punteggio e non riusciamo ed essere presenti in partita e giochiamo molto peggio di quanto è il nostro reale valore. Non è facile trovare le parole giuste e credo che questo sia il momento di lavorare e parlare di meno». Occorre rialzare la testa e farlo presto, visto che domenica la Calzedonia sarà di nuovo in campo, stavolta all’Agsm Forum, con Latina (il via è fissato alle 17). Servono punti, intanto, con Verona che è ferma a quota 9. Serve, soprattutt­o, una prova che offra segnali di risveglio chiari. Prosegue Birarelli: «A questo punto una reazione è d’obbligo. Abbiamo parlato tra noi e abbiamo condiviso la necessità di tirare fuori l’orgoglio. Poi davanti al fatto che sul tabellone sei sempre sotto, però non è facile. Sicurament­e dobbiamo fare qualcosa perché Verona, la società, i nostri tifosi e credo anche questo gruppo meritano di più. Perché valiamo di più e vogliamo dimostrarl­o». Con il calendario che, prima della fine del girone d’andata il 22 dicembre, prevede le partite contro Modena e Milano (intervalla­te da un turno di riposo), la Calzedonia deve muoversi.

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