Corriere di Verona

Patti Smith: «Venezia mi ha spezzato il cuore»

La cantante Usa insignita dall’Università di Padova del riconoscim­ento ad honorem. Ieri la cerimonia al Bo: «È un giorno che non dimentiche­rò»

- Alessandro Macciò

La cerimonia si conclude sulle note di My Blakean Year, e l’aula magna di Palazzo Bo ascolta il brano in religioso silenzio. A imbracciar­e la chitarra infatti è Patti Smith, la «sacerdotes­sa del rock» che ha appena ricevuto una laurea ad honorem in Lingue e letteratur­e europee e americane dall’Università di Padova. L’omaggio a Blake non è un caso, dato che ieri ricorrevan­o i 262 anni dalla nascita del poeta inglese: «La sua visione poetica, l’attivismo politico e l’umanesimo fanno di lui un vero e proprio modello», ha spiegato Patti Smith.

E a proposito di umanesimo, l’autrice di Because the Night non ha nascosto il turbamento per l’acqua alta record che ha invaso Venezia nelle scorse settimane: «Ho il cuore infranto per quello che è successo a Venezia, ho dedicato una canzone ogni sera a questo problema e anche al terremoto dell’Albania, agli incendi dell’Australia e della California, perché tutto il mondo sta soffrendo il risultato dei cambiament­i climatici. Di fronte a questo problema umanitario dobbiamo unirci, ed è bello vedere giovani come Greta Thunberg che esortano milioni di persone ad alzarsi in piedi per sensibiliz­zare a chiedere azioni concrete».

La commozione lascia presto spazio all’esortazion­e: «La crisi climatica globale che stiamo vivendo - dice Patti Smith - ci deve spingere ad andare contro l’oppression­e dei governi come un popolo unito, senza etichette politiche o nazionalis­tiche. Negli Stati Uniti le persone devono alzarsi in piedi e far sentire la loro voce al presidente Trump, che ha lasciato gli accordi di Parigi e non crede nei cambiament­i climatici». Parole energiche come la sua musica, che ha saputo unire più generazion­i: «Non c’è niente che mi faccia più piacere dei giovani che vengono ai miei concerti e alle mie letture

di poesie - confessa Patti Smith -. Vederli interessat­i e coinvolti nel mio lavoro è un grande onore. I giovani mi piacciono così tanto che ho scritto gli appunti per il mio discorso su un quaderno di Pinocchio, uno dei più grandi testi della

letteratur­a di sempre».

Spiegando il motivo della laurea honoris causa, il rettore Rosario Rizzuto ha ricordato che Patti Smith ha interpreta­to l’arte «per cambiare il mondo, come un atto politico, contro le ingiustizi­e, in nome degli oppressi»; per Rizzuto la sua musica è un invito a uscire dalle righe, mischiare i codici, essere inclusivi e contraddit­tori, «e quanto c’è dell’Università di Padova in queste parole». Patti Smith è quasi commossa: «Sognavo di studiare in una grande università come questa, ma provenivo da una famiglia povera e non me lo potevo permettere. Inoltre avevo l’immaginazi­one e il desiderio di imparare, ma non certo l’attitudine. Ora entro a far parte di una comunità che sta per festeggiar­e 800 anni di storia, è una cosa bellissima. Queste aule sono state frequentat­e da Copernico, da William Harvey, da Elena Cornaro Piscopia e da Galileo: dopo la visita agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, toccare la sua cattedra è stata la cosa più emozionant­e che ho fatto a Padova. È fatta in legno massiccio, più che la cattedra di un papa o di un principe sembra il tavolo di un agricoltor­e».

Oltre ai tanti artisti che l’hanno ispirata e accompagna­ta (da Burroughs a Mapplethor­pe, da Rimbaud a Ginsberg), la dedica è al compianto marito Fred «Sonic» Smith, che «non ha vissuto abbastanza ma mi ha insegnato tanto». E alla fine Patti Smith si congeda con una promessa: «Ricorderò sempre questo giorno. Negli Stati Uniti la mia famiglia sta festeggian­do il Ringraziam­ento, invece io dico grazie a tutti voi per questo regalo».

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Patti Smith durante la cerimonia all’università di Padova (Bergamasch­i)
Mito Patti Smith durante la cerimonia all’università di Padova (Bergamasch­i)

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