Corriere di Verona

Paola Anti: «Se sono chef lo devo a nonna»

L’esperienza negli Usa, poi il ritorno a Verona «Ho lavorato alle nozze di François-Henri Pinault e Salma Hayek, poi per il matrimonio di George Clooney». Nel 2015 l’apertura del bistrot Deep

- Fabiano

C’è uno solo modo per essere padroni del proprio destino: andarselo a prendere prima che sia lui a prendere te. E allora provaci, se vuoi, e se puoi. Così potremmo riassumere la storia di una chef imprenditr­ice come Paola Anti. A Verona il papà ha una filiale dell’Olivetti, la mamma insegna alla scuola americana di Lungadige Attiraglio, Paola è la seconda di tre figli. Frequenta il liceo Maffei dove matura un’inclinazio­ne per la storia dell’arte; seguono gli anni accademici alla facoltà di architettu­ra a Venezia: consegue la laurea in storia dell’arte, ma è un’altra la passione che nel frattempo le ha acceso la fiamma: «Amavo la cucina. Trascorrev­amo le estati a casa di mia nonna a Castion; io passavo il tempo a fianco della signora Lia, la cuoca. Lei tirava la sfoglia tutte le mattine; pasta e dolci erano sempre fatti in casa: le specialità, i ravioli e il diplomatic­o con le castagne. È stata Lia, la mia prima maestra».

A inizio anni 90’ Paola ha voglia di cambiare aria. Eccolo il destino da andarsi a prendere. I suoi sogni li impacchett­a nello zaino col quale vola negli Stati Uniti: «Una coppia di amici dei miei genitori, Peter e Wynki, m’invitarono a vivere nella loro casa a Los Angeles. Mio padre non la prese benissimo, ma feci di testa mia e partii. Due soldini in tasca, ma proprio due…. e via». Cameriera in una caffetteri­a, ragazza alla pari («In una famiglia con due figli viziatissi­mi»), un lavoretto al Getty Museum, e quindi la cucina in ristorante messicano a Malibù: «Stavo lì a pelar patate, ma mi divertivo da matti. Avevo dei progetti, ma dopo un anno e mezzo in una città come Los Angeles sentii che era venuto il momento di tornare a casa».

Rientrata a Verona, Paola si attiva: «Con un’amica c’inventammo chef a domicilio: piatti messicani per cene con gli amici più stretti». Le richieste aumentano e il giro si allarga. Paola avvia una collaboraz­ione con un catering: «Fu allora che conobbi lo chef Flavio Tagliaferr­o; avevamo le stesse idee». Mette quindi in piedi un catering tutto suo avvalendos­i della collaboraz­ione di Flavio: «Matrimoni e riceviment­i; per anni siamo stati il catering ufficiale di Palazzo Forti e Castelvecc­hio. Abbiamo cucinato per Ranja di Giordania durante la sua visita a Verona». A Flavio propongono un posto di Chef Executive per una grossa catena di ristoranti in America, e parte quindi per una nuova vita negli Usa. Marisa Merighi, proprietar­ia del Relais La Magioca in Valpolicel­la, location di charme per riceviment­i, presenta Paola a Federico Salza, chef stellato di fama internazio­nale: «Persona deliziosa, gran profession­ista, e per me un vero maestro». Salza è richiestis­simo dal jetset: Ferragamo a Parigi, Tiffany a Milano, e poi Venezia: «Ho lavorato al matrimonio di Françorata is-Henri Pinault e Salma Hayek, con cena alla Fenice: tra gli ospiti, Bono Vox, Penelope Cruz e Javier Bardem. Ci fu poi il matrimonio di George Clooney, una sessantina d’invitati in tutto, riservatis­simo; indimentic­abile quello della figlia di Pramod Agarwal, il magnate indiano del ferro: durò cinque giorni. Stando a fianco di un profession­ista come Salza, ho imparato a non perdere mai la calma, cosa che fino ad allora mi riusciva assai difficile».

Nel 2015, insieme alle amiche Enrica, sua vecchia compagna di università e sua sorella Daniela, Paola Anti ha aperto in Via Del Pontiere un bistrot, Deep, ideato per una pausa pranzo di alta qualità: «Cucina tradiziona­le ma anche orientale, una mia passione matu

nei viaggi, e menù stagionale che varia ogni giorno. In futuro vorrei aprirne un secondo più piccolo in centro storico». Poi sottolinea: «È un lavoro di grande sacrificio che mi ha dato tanta soddisfazi­one e mi ha insegnato a vivere. Mi ha anche cambiato il carattere: ero timida e chiusa, ma ho scoperto il piacere di comunicare». Paola ha un figlio, Martino, e un nuovo compagno, Francesco, pure lui un vulcano d’idee: «Da tre anni Martino viene ogni tanto qui a lavorare con me ed è bravissimo». Il talento lo ha preso dalla mamma, che si ostina ad autodefini­rsi un’autodidatt­a. Eppure i suoi buoni corsi di cucina li ha fatti: «A Venezia Fulvia Sesani mi ha dato una forte impronta. Ho partecipat­o a sette edizioni di Identità Golose, congresso internazio­nale di alta cucina con chef stellati, ideato dal giornalist­a Paolo Marchi. Ai giovani consiglio di andare a scuola dai bravi maestri. Io sono stata fortunata a trovarli, ma mi son data da fare a cercarli». Tranne la signora Lia, la prima; lei ce l’aveva in casa.

(77.continua)

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Paola Anti tra pentole e fornelli «Ai giovani consiglio di andare a scuola dai bravi maestri»
(Foto Sartori) Talento Paola Anti tra pentole e fornelli «Ai giovani consiglio di andare a scuola dai bravi maestri»

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