Fusione Agsm: blindati posti e sede di lavoro
Il sindaco Sboarina: la fusione aumenta il valore dell’azienda
Via libera della giunta alla firma dell’accordo tra il sindaco Sboarina, e Cgil, Cisl e Uil sulla mega intesa AgsmAim-A2A per creare la grande Multiutility del Veneto (MuVen). Tra i punti più rilevanti dell’intesa ci sono il mantenimento del livello attuale di occupazione e dell’attuale sede di lavoro per i dipendenti.
Una riunione straordinaria della giunta comunale ha dato via libera, ieri pomeriggio, alla firma dell’accordo tra il sindaco, Federico Sboarina, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil sulla mega intesa Agsm-Aim-A2A per creare la grande Multiutility del Veneto (MuVen). L’intesa recepisce alcune delle richieste più importanti avanzate dai sindacati, che mercoledì avevano avuto un incontro col presidente, Daniele Finocchiaro, e giovedì mattina avevano tenuto un’assemblea coi lavoratori di Agsm. Tra i punti più rilevanti dell’intesa ci sono il mantenimento del livello attuale di occupazione e la sede di lavoro; la garanzia di mantenere la maggioranza di MuVen nelle mani degli enti pubblici (ossia i Comuni di Verona e di Vicenza; il contenimento dei costi dei Cda e la loro semplificazione; lo sviluppo di nuove attività che diano ricadute positive anche sul piano occupazionale ed infine un impegno a verificare ogni 6 mesi l’attuarsi concreto dei processi di incorporazione, fusione ed aggregazione. L’intesa prevede inoltre che ogni eventuale spostamento (o cambio di mansiodel ne) del personale sia concordato con i sindacati. Proprio ieri, intanto, sul quotidiano confindustriale Il Sole 245 Ore, i sindaci di Verona e Vicenza, Federico Sboarina e Francesco Rucco, hanno spiegato i termini dell’operazione, illustrata nelle scorse settimane dal nostro giornale. «Non vogliamo vendere ma crescere», hanno sottolineato i due sindaci, sottolineando che «fondersi e accogliere nel capitale un partner di minoranza con almeno il 30% circa del capitale garantisce una generazione di valore per tutti gli stakeholders di 10 volte superiore rispetto a una semplice aggregazione tra Agsm e Aim, e la nuova Multiutility Veneto, al 2024, varrebbe più di i miliardo di euro al netto dei debiti e già oggi sarebbe la prima ex municipalizzata italiana dopo le Big Four (A2A, Hera, Iren e Acea) per fatturato e margine operativo lordo, rispettivamente di 1,47 miliardi e 207 milioni». Quanto alla mancata gara pubblica per la scelta del partner (che aveva provocato le proteste durissime di Hera e quelle meno aspre ma comunque vivaci di Alperia) Sboarina e Rucco hanno spiegato che «A2A negli anni scorsi ha dimostrato di avere un modello di aggregazione che garantisce continuità territoriale, ed inoltre può conferire gli asset che servono davvero al nostro territorio, per esempio nel ciclo dei rifiuti».
E Sboarina ha aggiunto che «per troppo tempo le nostre aziende sono rimaste ferme mentre il mercato cresceva, ed ora dobbiamo rimetterci al passo il prima possibile».
L’intesa prevede che Verona e Vicenza avranno il 70% delle quote della nuova Multiutility del Veneto, mentre A2A garantirà di non fare concorrenza a MuVen in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. A2A conferirà nella nuova società l’impianto per rifiuti da essa posseduto a Parona di Lomellina, in provincia di Pavia: un’operazione che ha puramente uno scopo patrimoniale, mentre i rifiuti di Verona e Vicenza verranno bruciati nel termovalorizzatore di Brescia (che se venisse conferito direttamente in Muven, dato il suo valore, manderebbe all’aria gli equilibri interni alla nuova società). Dall’operazione, Sboarina e Rucco hanno detto di attendersi «più posti di lavoro, più investimenti, miglioramenti nei prezzi e nella qualità dei servizi e, come soci, anche più dividendi, oltre che la possibilità di abbassare le bollette».
Comune L’ok è arrivato da una giunta straordinaria