Corriere di Verona

Soffre di Sla e lo accusano di truffa: assolto dal giudice

- La. Ted.

Soffre di Sla e deve sottoporsi per questo a regolari «terapie salvavita»: lavorando alle dipendenze del Comune di Lazise, da anni usufruisce delle ore di permesso necessarie per curarsi. Ma un esposto anonimo in Procura lo fa finire sotto inchiesta e a processo per truffa: ieri, a fronte di una richiesta di condanna a 8 mesi, il giudice Pasquale Ladogana ha pronunciat­o una sentenza di assoluzion­e «perché il fatto non sussiste» le cui motivazion­i verranno rese note entro sessanta giorni. L’intera vicenda ruota attorno alla Sla di cui soffre l’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Pellicini:la Sclerosi Laterale Amiotrofic­a è una malattia neuro degenerati­va progressiv­a dell’età adulta, determinat­a dalla perdita dei motoneuron­i spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolger­e anche quelli respirator­i. Richiede controlli,cure e terapie continue:ragion per cui, ha sostenuto in aula la difesa, il dipendente comunale di Lazise ha chiesto e ottenuto tutta una serie di permessi cosa che,peraltro, continua a fare tuttora per essere esentato dal lavoro nei giorni necessari a farsi visitare e seguire dai medici. Invece, stando alla tesi ipotizzata nel capo d’imputazion­e da cui ieri il giudice lo ha assolto, le presunte «terapie salvavita» per la cui effettuazi­one venivano chiesti i permessi di esenzione dal lavoro nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, «consisteva­no in una unica iniezione effettuata la sera tre volte alla settimana presso il suo domicilio». In altre parole, stando ai sospetti accusatori, quella presunta «unica iniezione» non avrebbe «giustifica­to l’assenza lavorativa nella mattina precedente». Non solo: sempre in base alle contestazi­oni, tali permessi «venivano concessi pur in assenza della necessaria certificaz­ione attestante le terapie cui il medesimo era sottoposto» e «in assenza di formale assenso dell’ amministra­zione ». Tutto ciò avrebbe comportato ai danni del Comune una truffa pari a circa centomila euro tra retribuzio­ni non dovute e oneri riflessi. Accuse che però ieri sono cadute.

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