«Terza via» dopo Italia Viva e «calendiani» ecco +Europa
Comincia a prendere forma il «terzo polo» (ma in realtà è il quarto) che alle prossime Regionali si presenterà contro la Zaia e il centrodestra, il Pd e le forze civiche di centrosinistra, e il Movimento Cinque Stelle. I primi ad uscire allo scoperto, con mossa plateale, sono stati i «renziani» di Italia Viva, che hanno disertato la riunione organizzata dal Pd a Padova lunedì sera, facendo poi sapere di essere al lavoro su una proposta alternativa, come già in Puglia e alle supplettive di Roma (a Verona si parla con insistenza di possibili convergenze con Flavio Tosi). Poi sono stati i «calendiani» di Azione, pure presenti al summit di lunedì («Ma silenti» precisano) a smarcarsi dal centrosinistra, spiegando di essere indisponibili a qualunque ipotesi di alleanza con i Cinque Stelle, soluzione a cui i
dem continuano invece a lavorare a Roma, con più forza se riusciranno a superare lo scoglio emiliano. Ieri è infine toccato ai «boniniani» di +Europa, che a Mestre hanno presentato i loro portavoce regionali, Anna Lisa Nalin e Corrado Cortese, e con la dirigente nazionale Annamaria Zanetti hanno spiegato di voler perseguire pure loro «la terza via», dando vita con Italia Viva, Azione, ma anche Psi, Repubblicani e la Civica per il Veneto dell’uscente Franco Ferrari, eletto 5 anni fa con Moretti, ad una «federazione del buonsenso». «La battaglia non è persa in partenza spiega Cortese - siamo distanti da demagoghi e populisti ma anche da una certa sinistra connotata dalla rassegnazione. Tutti contro Zaia unica soluzione possibile? Non siamo d’accordo: non ragioniamo mai in termini di alleanze elettorali ma di principi non negoziabili. E non riusciamo a trovare punti di contatto tra noi e i Cinque Stelle». Zanetti: «Vogliamo essere il punto di riferimento liberal democratico e progressista del Veneto», con tre punti fermi, sottolinea Nalin: «L’europeismo, perché vogliamo gli Stati Uniti d’Europa; l’economia sostenibile, con una Regione che aiuti lo sviluppo di competenze competitive e l’economia verde; i diritti civili, perché dobbiamo dare spazio alle diversità e a temi come il fine vita e la cannabis legalizzata». Replicano piccati a sera i Cinque Stelle: «I più inquieti sono coloro che fino ad ora avevano dato assai deboli segnali di vita. Sembra una barzelletta ma stiano sereni: noi non ci sediamo a nessun tavolo, parliamo solo con i veneti».
(ma.bo.)