La rabbia dei pompieri «Pochi e al freddo» La replica: rinforzi in arrivo
Un rigurgito. Sotto forma di lettera aperta, che già nel titolo esprime il malessere. Quel «Verona sicura o abbandonata?» firmato in calce dal coordinamento provinciale Fp Cgil vigili del fuoco di Verona. Missiva in cui si lamenta «una pesante carenza di organico», ma anche la mancanza, secondo il sindacato, «di risposte idonee sulla dotazione organica teorica». Pochi - troppo pochi - con una situazione sia logistica che di equipaggiamento al limite del risicabile, i pompieri scaligeri che chiedono di «aprire almeno 2 nuove sedi». «Evidentemente - è scritto nella lettera aperta- serve un’azione decisa, unitaria e puntuale, anche per rispetto ai contribuenti veronesi che pagano le tasse e in cambio ottengono, dagli apparati centrali, un’attenzione inferiore rispetto alla maggior parte delle province italiane». Scudisciate che non risparmiano nessuno. «Mentre sta faticosamente partendo la progettazione della nuova sede centrale, che, salvo complicazioni, vedrà la luce fra alcuni anni, la Provincia di Verona, proprietaria dell’attuale sede, deve ancora iniziare i lavori di manutenzione ripetutamente promessi. Così, i vigili del fuoco veronesi stanno passando l’ennesimo inverno al freddo e in condizioni igieniche e ambientali al limite della sopportazione. A Verona i Pompieri devono convivere fra muffe, docce rotte e perdite di liquidi ovunque. Per non parlare della carenza di organico del personale amministrativo, superiore al 50%, che condiziona tutta l’attività di pianificazione e gestione del soccorso. Tutto ciò nel silenzio generale della politica veronese, a cui si aggiunge il disinteresse della Regione Veneto che, caso unico in Italia, non interviene con una convenzione a favore dei Vigili del Fuoco Professionisti del Soccorso, ma interviene solo per il volontariato».
J’accuse a cui risponde il comandante provinciale Nicola Micele. «Verona non è per nulla abbandonata e con l’amministrazione centrale c’è un filo diretto che va dal capo del Corpo fino al capo Dipartimento». Che altri non è se non l’ex prefetto di Verona Salvatore Mulas. Il quale alla lettera della Cgil risponde numeri - e progetti - alla mano. «Negli ultimi anni - spiega - il comando scaligero è stato potenziato con 30 unità di personale operativo in più, per il nuovo distaccamento di Caldiero. In termini percentuali il potenziamento corrisponde a circa il 10% dell’organico operativo, rispetto alla media nazionale pari al 7,5%. Anche le carenze relative ai ruoli amministrativi saranno a breve ridimensionate, poiché il piano nazionale di assunzione di 198 operatori, già avviato dall’amministrazione, prevede che 4 unità vengano a breve destinate a Verona». Dove, nel giro di 5 anni, è previsto l’incremento anche dei vigili del fuoco con 12 unità. Ma Mulas interviene anche sui problemi della sede. «Quella nuova alla Genovesa è in fase di progettazione, completamente finanziata dal Dipartimento. Sono in corso le riunioni con i progettisti e il cronoprogramma prevede la fine dei lavori nel 2023. Per quanto riguarda le carenze nella sede attuale ci sono dei problemi, ma il quadro descritto è eccessivo. Il comando ha sollecitato nei giorni scorsi alla Provincia, che è proprietaria dell’immobile, gli interventi che dovrebbero essere effettuati tra febbraio e marzo». A mancare, al momento, è la risposta della politica. Quella che i vigili del fuoco di Verona denunciano essere silente. E con la quale, promettono, «apriremo il confronto».