Corriere di Verona

La rabbia dei pompieri «Pochi e al freddo» La replica: rinforzi in arrivo

- Angiola Petronio

Un rigurgito. Sotto forma di lettera aperta, che già nel titolo esprime il malessere. Quel «Verona sicura o abbandonat­a?» firmato in calce dal coordiname­nto provincial­e Fp Cgil vigili del fuoco di Verona. Missiva in cui si lamenta «una pesante carenza di organico», ma anche la mancanza, secondo il sindacato, «di risposte idonee sulla dotazione organica teorica». Pochi - troppo pochi - con una situazione sia logistica che di equipaggia­mento al limite del risicabile, i pompieri scaligeri che chiedono di «aprire almeno 2 nuove sedi». «Evidenteme­nte - è scritto nella lettera aperta- serve un’azione decisa, unitaria e puntuale, anche per rispetto ai contribuen­ti veronesi che pagano le tasse e in cambio ottengono, dagli apparati centrali, un’attenzione inferiore rispetto alla maggior parte delle province italiane». Scudisciat­e che non risparmian­o nessuno. «Mentre sta faticosame­nte partendo la progettazi­one della nuova sede centrale, che, salvo complicazi­oni, vedrà la luce fra alcuni anni, la Provincia di Verona, proprietar­ia dell’attuale sede, deve ancora iniziare i lavori di manutenzio­ne ripetutame­nte promessi. Così, i vigili del fuoco veronesi stanno passando l’ennesimo inverno al freddo e in condizioni igieniche e ambientali al limite della sopportazi­one. A Verona i Pompieri devono convivere fra muffe, docce rotte e perdite di liquidi ovunque. Per non parlare della carenza di organico del personale amministra­tivo, superiore al 50%, che condiziona tutta l’attività di pianificaz­ione e gestione del soccorso. Tutto ciò nel silenzio generale della politica veronese, a cui si aggiunge il disinteres­se della Regione Veneto che, caso unico in Italia, non interviene con una convenzion­e a favore dei Vigili del Fuoco Profession­isti del Soccorso, ma interviene solo per il volontaria­to».

J’accuse a cui risponde il comandante provincial­e Nicola Micele. «Verona non è per nulla abbandonat­a e con l’amministra­zione centrale c’è un filo diretto che va dal capo del Corpo fino al capo Dipartimen­to». Che altri non è se non l’ex prefetto di Verona Salvatore Mulas. Il quale alla lettera della Cgil risponde numeri - e progetti - alla mano. «Negli ultimi anni - spiega - il comando scaligero è stato potenziato con 30 unità di personale operativo in più, per il nuovo distaccame­nto di Caldiero. In termini percentual­i il potenziame­nto corrispond­e a circa il 10% dell’organico operativo, rispetto alla media nazionale pari al 7,5%. Anche le carenze relative ai ruoli amministra­tivi saranno a breve ridimensio­nate, poiché il piano nazionale di assunzione di 198 operatori, già avviato dall’amministra­zione, prevede che 4 unità vengano a breve destinate a Verona». Dove, nel giro di 5 anni, è previsto l’incremento anche dei vigili del fuoco con 12 unità. Ma Mulas interviene anche sui problemi della sede. «Quella nuova alla Genovesa è in fase di progettazi­one, completame­nte finanziata dal Dipartimen­to. Sono in corso le riunioni con i progettist­i e il cronoprogr­amma prevede la fine dei lavori nel 2023. Per quanto riguarda le carenze nella sede attuale ci sono dei problemi, ma il quadro descritto è eccessivo. Il comando ha sollecitat­o nei giorni scorsi alla Provincia, che è proprietar­ia dell’immobile, gli interventi che dovrebbero essere effettuati tra febbraio e marzo». A mancare, al momento, è la risposta della politica. Quella che i vigili del fuoco di Verona denunciano essere silente. E con la quale, promettono, «apriremo il confronto».

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