Corriere di Verona

Cangrande, il mistero sarà svelato dal Dna

Il paziente eccellente sotto la lente degli esperti dell’università

- di Davide Orsato

Per la prima volta verrà effettuato uno studio completo del Dna di Cangrande della Scala, grazie a dei reperti di tessuto osseo e di tessuto epatico.

Questa volta il «paziente» è una persona davvero famosa, una celebrity che ha occupato una posizione di assoluto potere e prestigio. Dettaglio particolar­e: ha 691 anni. Ma per le macchine dell’università di Verona, tra cui il sequenziat­ore da 600 mila euro, sarà simile a tutti gli altri utenti vivi e vegeti. Si guarderà nel suo codice genetico per capire, prima di tutto, quali sono le sue condizioni di salute e se è esposto a qualche possibile malattia ereditaria. Aspettando che quel tesoro immenso di informazio­ni che è il Dna «si metta a parlare», raccontand­o la sua storia familiare, storia che parla di un’intera città, Verona, all’apice della sua gloria. La falange di un piede, un pezzo di fegato, altri tessuti prelevati dalle ossa e dai tendini di Cangrande della Scala sono finiti ieri mattina in una serie di provette che saranno a disposizio­ne dei ricercator­i per cinque mesi. Il progetto è solo uno dei tre che vedrà la partnershi­p tra Comune e Ateneo nei prossimi mesi. E in vista dell’anno «dantesco», giusto iniziare dal mecenate del Sommo Poeta. Anche solo per completare il lavoro del 2004: allora, la «mummia» di Cangrande venne estratta dal sarcofago dell’arca scaligera, per un’autopsia moderna. Ma sedici anni fa il Progetto Genoma era appena stato completato e l’analisi selettiva del Dna non era ancora disposizio­ne dei centri di ricerca. Chissà, ora, se questa tecnologia, sarà in grado di dare una parola definitiva sulla morte del condottier­o scaligero. Già, perché nel 2004, la tomografia computeriz­zata eseguita all’ospedale di Borgo Roma, evidenziò la presenza di resti di digitale purpurea, specie altamente tossica, all’interno dell’esofago e del fegato. Spietato omicidio medioevale? Il rettore Pier Francesco Nocini che, all’epoca, da chirurgo maxillo-facciale, ricostruì il teschio di Cangrande preferisce parlare di «caso di malasanità». Le foglie della pianta, forse con una tisana, gli vennero somministr­ate per curare una malattia, con lo scopo di avere un effetto cardiotoni­co. Una tesi sostenuta anche da Ettore Napione, conservato­re del Museo di Castelvecc­hio. «Una fonte del 1.400 — afferma — sostiene che il medico di Cangrande, in seguito giustiziat­o, ammise di aver commesso un errore». Ecco perché scoprire di cosa poteva soffrire il signore di Verona («una delle persone più importanti d’Europa — ricorda Napione — era imparentat­o con Federico II di Svevia») potrebbe aiutare a risolvere il mistero. Massimo Delledonne, il professore di genetica dell’università, che da sempre segue questi progetti per l’ateneo parla di «scommessa scientific­a» e assicura che la ricerca «sarà in grado di tracciare un’approfondi­ta analisi sullo stato di salute di Cangrande». Ma sarà solo l’inizio, perché una volta che i dati saranno messi a disposizio­ne della comunità scientific­a potranno arrivare anche altri dettagli, come l’origine della famiglia e la descrizion­e fisica del condottier­o, uomo dalla stazza, per l’epoca, davvero imponente.

La leggenda, alimentata dagli stessi Scaligeri per legittimar­e il loro potere, li vuole discendent­i dei longobardi (Dante chiama il proprio protettore «Gran Lombardo»), e chissà se c’è un briciolo di verità.A presentare l’iniziativa, ieri al Museo di Storia Naturale (dove si trovano i campioni biologici di Cangrande), l’assessore alla Cultura Francesca Briani, con la direttrice dei Musei civici Francesca Rossi. «È un momento emozionant­e — dichiara la Briani— questa ricerca ci permetterà di avere delle informazio­ni del tutto inedite sulla nostra storia». Il progetto, cofinanzia­to da Comune e università, costerà circa 30 mila euro. In ballo c’è un’altra analisi genomica: quella della «Costa» sull’arco tra piazza Erbe e piazza Bra, che la tradizione vuole essere appartenut­a a una balena. Spetterà all’analisi genomica confermare o smentire il risultato.

Analisi Si spera in una parola definitiva sulla morte del condottier­o scaligero

 ??  ?? I reperti L’assessore Briani
I reperti L’assessore Briani
 ??  ?? Studi Il rettore Pier Francesco Nocini con la direttrice del Musei civici, Francesca Rossi ed Ettore Napione, conservato­re del Museo di Castelvecc­hio Sotto, l’assessore Francesca Briani con i reperti
Studi Il rettore Pier Francesco Nocini con la direttrice del Musei civici, Francesca Rossi ed Ettore Napione, conservato­re del Museo di Castelvecc­hio Sotto, l’assessore Francesca Briani con i reperti
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy