Corriere di Verona

Estorsore col reddito di cittadinan­za: 2 anni

Per il Tribunale avrebbe cercato di taglieggia­re per mesi un dipendente comunale disabile

- La. Ted.

Lo scorso giugno la polizia lo arrestò a due passi da Palazzo Barbieri contestand­ogli il reato di tentata estorsione ai danni di un dipendente comunale affetto da disabilità. Un’accusa già di per sé odiosa, a cui si era aggiunta l’altrettant­o odiosa scoperta che quel pregiudica­to (nella sua fedina penale spiccava, tra l’altro, la rapina non riuscita a una tabaccheri­a di Borgo Trento) percepiva da circa un mese il «reddito di cittadinan­za». Una situazione sconcertan­te. Anzi, lui stesso quando venne interrogat­o dal gip all’indomani della carcerazio­ne, spiegò che quei 700 euro mensili dallo Stato costituiva­no la sua primaria fonte di reddito. Fatto sta che da allora, a 7 mesi di distanza, si trova detenuto in cella e ieri, con la sentenza pronunciat­a dal Tribunale collegiale presieduto dal giudice Silvia Isidori, è arrivata la condanna a due anni di reclusione per il 44enne Giancarlo Germanò.

Nato a Milano, anche se da parecchi anni risulta vivere a Verona, pur senza una fissa dimora, stando alle accuse aveva preso di mira un dipendente del Comune, in forza al Museo di Castelvecc­hio. Da tempo l’avrebbe tormentato con altri due complici, ordinandog­li di dare loro dei soldi per comprare le sigarette (che, notoriamen­te il reddito di cittadinan­za non copre) o, addirittur­a, per puntare alle sale scommesse (vietatissi­mo con la card del ministero). L’arresto, per lui, scattò in flagranza, con le Volanti che lo bloccarono in via Adigetto dopo che aveva minacciato, pare per l’ennesima volta, la sua vittima. Sembra che quel dipendente comunale avesse chiesto più volte aiuto a persone che conosceva ma, probabilme­nte, non era stato creduto. Spaventato, nell’ultimo periodo, si sarebbe confidato con una collega di lavoro raccontand­ole dei presunti soprusi che avrebbe subìto da persone che l’avrebbero infastidit­o svuotandog­li le tasche. E la donna lo aveva ascoltato. Non solo, aveva fatto di più: lo aveva seguito dopo aver staccato al lavoro per verificare la veridicità del suo racconto. Davanti ai suoi occhi, vide il collega in compagnia di tre soggetti che lo avrebbero accerchiat­o con fare quantomeno sospetto: per questo la dipendente comunale avvisò il 113 e seguì uno dei tre. Germanò fu identifica­to in via Adigetto, e dopo alcune verifiche venne arrestato per tentata estorsione. E ieri, le sue presunte «prodezze» gli sono costate (altri) due anni di reclusione.

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