Corriere di Verona

«Bloccati in nave senza avere informazio­ni»

Silvia, il marito e i figli a bordo della Costa: «Non c’è stato allarmismo»

- di Lorenzo Fabiano

Tutto bene, ciò che finisce bene. Nessuna psicosi tra i mille e più, rimasti bloccati sulla Costa Smeralda dalla notte di giovedì fino a ieri mattina al porto di Civitavecc­hia in attesa dei controlli sanitari. A bordo a chiedersi per ore cosa stesse accadendo, c’era anche una coppia veronese di Bovolone, Silvia Fiorini e il marito Vanni Florio insieme ai due figli.

Tutto bene, ciò che finisce bene. Nessuna psicosi tra i mille e più, rimasti bloccati sulla Costa Smeralda dalla notte di giovedì fino a ieri mattina al porto di Civitavecc­hia in attesa che il personale sanitario dell’Asl locale svolgesse i controlli. A bordo a chiedersi per ore cosa stesse accadendo, c’era anche una coppia veronese di Bovolone, Silvia Fiorini e il marito Vanni Florio insieme ai due figli. E così un viaggio di piacere in famiglia sulle acque del Mediterran­eo, ha avuto come coda una vicenda che ha tenuto per 24 ore i passeggeri della nave in apprension­e. «Era questa la nostra sesta crociera - spiega Silvia, di profession­e assistente sociale -. Marsiglia, Barcellona, Palma de Maiorca, e l’ultimo giorno sbarco a Civitavecc­hia per l’escursione a Roma. Devo dire che questa crociera non era partita benissimo. Dovevamo infatti salpare da La Spezia il 14 dicembre, ma siccome la nave non era pronta, ci hanno posticipat­o il viaggio al 24 gennaio. Che vuole che le dica, tranne che l’ultimo giorno, è andato tutto bene. Ma forse questa crociera non era proprio partita col piede giusto».

Quando avete saputo dei controlli sanitari a bordo?

«Saremmo dovuti scendere dalla nave alle 8 del mattino per prendere il treno per Roma, ma alle 8,30 ci hanno avvisato con gli altoparlan­ti che ci sarebbero stati dei “controlli sanitari di routine” – hanno usato questi termini - e che il tutto si sarebbe risolto in breve tempo. E invece…»

E invece?

«Son passate ore, senza avere più informazio­ni. Nessuno sapeva nulla, e intanto le ore passavano. Sulla nave, vedevamo quanti con le valige pronte attendevan­o lo sbarco per tornare a casa. Alle 11.30 li hanno chiamati e radunati nel teatro.

Gli hanno fornito un modulo del ministero da compilare con i propri dati, per sottoporsi a controlli nei giorni successivi»

Si è creato panico, o tutto è filato via tranquillo?

«Le voci hanno iniziato pian piano a circolare: ci siamo collegati coi telefonini su internet e abbiamo capito qual era il problema, anche perché metà dei passeggeri sulla nave erano cinesi. Non c’era allarmismo, siamo rimasti tranquilli, non abbiamo percepito alcun panico. Da casa ci chiamavano preoccupat­i, ma li abbiamo tranquilli­zzati. Le cose sono state gestite bene; non specifican­do il motivo dei controlli, hanno calmierato la situazione, anche se è evidente non fossero preparati a un’emergenza del genere. Credo che, visto quanto sta accadendo, con tutti i passeggeri cinesi che c’erano a bordo sarebbe stato il caso di fare i controlli un po’ prima».

Disagi?

«Il ritorno a casa. Dovevamo sbarcare a La Spezia in 108, ma stamattina ci hanno detto che la nave sarebbe andata a Savona: ci hanno fatto allora scendere a Civitavecc­hia, ci hanno caricati sui pullmini e alle 11 ci hanno portati fino a La Spezia in quattro ore e mezza di viaggio. Da lì abbiamo preso la nostra auto per tornare a casa»

Andrete ancora in crociera?

«Certamente. Questa volta non è finita benissimo, ma in crociera ci andremo ancora. Questo è sicuro».

Le cose sono state gestite bene, ma da casa ci chiamavano preoccupat­i

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Sopra Silvia Fiorini e il marito Vanni durante la crociera. A destra la Costa Smeralda bloccata al porto di Civitavecc­hia
La crociera Sopra Silvia Fiorini e il marito Vanni durante la crociera. A destra la Costa Smeralda bloccata al porto di Civitavecc­hia
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