Mascherine e naso all’insù Il tour amato dai cinesi
Sulle tracce della coppia colpita dal virus. «Crollo di arrivi negli ultimi giorni»
Il parcheggio dell’ex gasometro. L’arrivo in centro, con il bus navetta o, più probabilmente, a piedi.
Quindi il tour classico: piazza Bra, con l’Arena, via Cappello, con la Casa di Giulietta, via Mazzini, corso Porta Borsari per l’immancabile passeggiata dello shopping. Come per molti connazionali, la coppia di cittadini cinesi, marito e moglie, i primi pazienti, in Italia, colpiti dal Coronavirus, la giornata veronese è stata scandita da una serie di tappe più o meno obbligate. Si possono ricostruire, naturalmente non senza un margine di errore, dal sito dell’agenzia inglese Kuoni, che ha organizzato il loro viaggio. Non capita di rado, in effetti, che le comitive cinesi in viaggio per l’Europa si rivolgano a imprese britanniche oppure svizzere. La coppia è arrivata a Verona il 23 gennaio: si è trattato della prima città visitata, dopo l’atterraggio del loro aereo, decollato da Pechino, all’aeroporto di Malpensa. Il classico tour prevede due città d’arte venete: prima Verona e poi Venezia, ma non sembra essere stato questo il caso. La sosta è stata comunque di un giorno, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi, in cui si fa «un giro in centro», accompagnati da una guida, solitamente cinese e non italiana, oppure da soli.
Kuoni, per quanto riguarda Verona, propone un giro con le principali attrattive: qualcosa che si può fare serenamente in una giornata. Provando a ripercorrerlo, il punto di partenza non può che essere il parcheggio Centro, passaggio obbligato per tutte le comitive che arrivano in bus ma anche per chi, automunito, non conosce la città. Al bar Aleardi, unico punto ristoro del complesso, si apprende che proprio alla fine della scorsa settimana, tra giovedì (il 23, per l’appunto) e venerdì, sono arrivati gli ultimi gruppi di cinesi. «Da questa settimana – fa sapere il titolare – non sono più arrivati, c’è stato il blocco negli aeroporti. Certo, ci sono molti altri che arrivano da paesi asiatici. In particolare Corea del Sud e Taiwan». In centro, in effetti, gruppi provenienti dall’Asia orientale si sono visti anche ieri, spesso con tanto di mascherina. Una scelta che può confondere gli europei, non abituati a questa pratica, ma che non deriva dal timore del virus (tantomeno, da quello di poter contagiare qualcuno). «È una scelta culturale – spiega Aurora Soldà, guida turistica – come noi quando andiamo in un altro continente cominciamo a prendere tutta una serie di precauzioni, anche cinesi e giapponesi hanno timori di contrarre le “nostre malattie”. E poi, la mascherina serve anche per proteggersi dall’inquinamento». E come dare loro torto, visto che siamo proprio in giorni di «allerta arancione» per le polveri sottili. Tutti i turisti che non sono mai venuti a Verona passano per il cortile della Casa di Giulietta. Un «must», anche se qualche purista storcerà il naso. Ieri pomeriggio, l’area davanti alla statua era, come al solito, affollatissima. «Abbiamo visto anche oggi persone di ogni nazionalità», assicurano i dipendenti di un negozio di souvenir all’interno della corte di via Cappello». Anche cinesi? «Sì, anche loro». Impossibile fare un qualsiasi tentativo per risalire ai visitatori della settimana scorsa. C’è, però, una meta più «di nicchia» tra le proposte di Kuoni. Si tratta di Giardino Giusti, a Veronetta. Il sito tiene i registri di tutte le comitive che sono passate. Il 23 gennaio: nessuna dalla Cina. «Ma potremmo aver avuto qualche ingresso individuale – fa sapere Marco, alla portineria – come succede sempre». Infine l’albergo: i gruppi numerosi vanno quasi sempre fuori città, ma i due ne hanno scelto uno in zona Fiera. Per poi ripartire nel viaggio che li porterà verso sud, verso Roma.
Il barista Molte presenze in particolare da Corea del Sud e Taiwan