«Prescrizione, effetti devastanti senza risorse e depenalizzazione»
Giustizia, Marini: più qualità nelle sentenze. Mura: mafia, l’omertà è lo scudo in cui prospera
«La riforma della prescrizione cerca di risolvere un problema che vanifica il lavoro della filiera della giustizia. Ma senza maggiori risorse, una modifica delle procedure e una massiccia depenalizzazione, rischia di avere effetti devastanti sulle Corti d’appello». Oggi la presidente della Corte lagunare Ines Marini aprirà l’anno giudiziario e anche se cercherà di mettere in evidenza le «luci» della giustizia veneta e lancerà un messaggio ottimistico («la crisi come opportunità»), non nasconde ombre e preoccupazioni sul futuro. A Palazzo Grimani il 37 per cento dei processi penali impugnati finisce prescritto (dato in miglioramento rispetto a qualche anno fa, quando erano più della metà), ma questo aveva anche un effetto «deflattivo» sul contenzioso. Se la prescrizione scompare – ma gli effetti in Corte si vedranno tra qualche anno – il sistema rischia di andare in tilt.
Marini in questi anni ha cercato perlomeno di limitare le impugnazioni, con una serie di misure organizzative: «Abbiamo curato molto il dato qualitativo delle sentenze», spiega. Per questo ha creato una sezione del sito sulla «giustizia predittiva», per far capire più o meno le linee di decisione dei magistrati veneti, poi ha fatto confrontare i giudici di primo e secondo grado su temi importanti, infine ha disposto di trasmettere ai magistrati dei tribunali le sentenze della Corte («per capire eventuali errori»). In appello sono confermate però ancora solo il 57,9 per cento delle sentenze civili e il 68,6 di quelle penali, mentre le future impugnazioni in Cassazione delle decisioni venete reggono per il 64,9 per cento nel civile e per il 79,1 nel penale. Di qualità ha parlato anche il procuratore generale Antonio Mura, che lancerà un piano di analisi scientifica del lavoro del pubblico ministero. «Un approccio nuovo - afferma basato sui dati effettivi e legato anche all’esito delle inchieste». Mura punta molto sull’approccio statistico, tanto da lamentare di non avere nemmeno un esperto nel suo ufficio («come ogni anno commentiamo i dati fino al 30 giugno precedente: ma è possibile al giorno d’oggi non avere i dati aggiornati?») e di dover far riferimento al centro di assistenza informatico che si trova a Brescia.
In Corte per la prima volta dopo anni sono diminuite le pendenze civili, mentre nel penale aumentano del 43 per cento, ma solo perché si è risolto il problema della montagna di fascicoli non ancora iscritti. Anche nelle procure i reati aumentano e in più ci sono i «maxi-processi»: dalle banche all’ambiente (caso Miteni), alla mafia. «Ma il solo contrasto giudiziario non basta - dice Mura riferendosi a quest’ultima - Serve una maggiore attenzione della collettività su un fenomeno subdolo: l’omertà è il grande scudo sotto cui la mafia prospera».
Calano i tempi medi di definizione: 911 giorni nel civile, 15 in meno dell’anno scorso, 65 in meno di due anni fa; 1076 nel penale, rispetto a 1124 e 1202, rispettivamente. Aumentano invece nei tribunali, «ma sempre entro i limiti del triennio», assicura Marini. La riforma del contenzioso sui richiedenti asilo ha invece «salvato» la Corte, abolendo l’appello: un anno fa questi ricorsi erano un terzo di quelli arrivati a Palazzo Cavalli ed avevano raggiunto quota 2250, ma per aprile saranno azzerati grazie all’aiuto dei magistrati del distretto. La presidente ha poi ribadito la necessità che il ministero della Giustizia riveda la proposta di aumento delle piante organiche: in Veneto arriveranno 23 nuovi posti, di cui 10 nel suo ufficio, ma non bastano. «Venezia deve avere un occhio di riguardo maggiore, perché l’economia del territorio soffre di una giustizia inefficiente», aggiunge. Idem per il personale amministrativo, con scoperture che arrivano fino al 40 per cento. «Il ministero ha bandito il concorso, ma ne servirebbero di regionali, perché tanti assistenti arrivati dal Sud poi si sono già riavvicinati a casa - dice Marini - Vivere a Venezia è scomodo e costoso: serve un riconoscimento».
La presidente ha ha infine parlato della «questione morale» nella magistratura, tra l’inchiesta che ha coinvolto il Csm e altri scandali che hanno portato all’arresto di giudici. «Va abolito il sistema delle correnti - ha detto - I membri del Csm devono essere eletti tra un gruppo di magistrati sorteggiati e vanno cambiati anche i criteri di nomina dei capi degli uffici e dei ruoli ministeriali: basta cooptazioni»
37
La percentuale
Quella dei processi prescritti in corte d’appello a Venezia
57,9
La percentuale
Quella delle sentenze civili confermate nel processo di secondo grado
68,8
La percentuale
Quella delle sentenze penali confermate in appello
911
Giorni
Il tempo medio per la definizione dei procedimenti civili in appello
Ines Marini (presidente) Venezia deve avere un occhio di riguardo sugli organici, perché l’economia soffre di una giustizia inefficiente