Corriere di Verona

No Bonafede, la campagna di Forza Italia

- (r.piv.)

«Il cittadino non può restare per anni agganciato al carico di un procedimen­to penale aperto», dice Pierantoni­o Zanettin. Da Padova, il deputato vicentino e il coordinato­re veneto di Forza Italia, Michele Zuin, rilanciano la campagna di partito contro la riforma del ministro pentastell­ato, Alfonso Bonafede: per i reati commessi dal primo gennaio, stop alla prescrizio­ne dopo il primo grado del processo, tanto in caso di condanna che di assoluzion­e. Tre giorni fa, la Camera ha rinviato in commission­e Giustizia (senza i voti di Renzi) la proposta di legge del forzista Enrico Costa, che vuole cancellare la Bonafede. Zuin e Zanettin ripetono: «C’è questa campagna e la battaglia parlamenta­re». Non bastasse? «Pronti a sostenere il referendum per l’abrogazion­e della Bonafede». Contro le nuove norme ci sono anche gli avvocati. Per l’Unione delle camere penali, la Bonafede lede i principi della presunzion­e d’innocenza e l’inviolabil­ità del diritto di difesa. Gianni Morrone, presidente della camera di Padova, aggiunge numeri ai motivi di contrariet­à: «Si interviene abolendo la prescrizio­ne dalla pronuncia della sentenza di primo grado. I dati nazionali dicono però che il 53% dei procedimen­ti si prescrive a livello di indagini preliminar­i, quindi di ufficio di gip/gup. Un altro 22% si prescrive al tribunale ordinario». Sintesi: la riforma non tocca il 75% delle prescrizio­ni. «Si continua a ragionare – dice il penalista - come se il sistema giustizia si potesse riformare a costo zero, cosa che non è». Depenalizz­are il depenalizz­abile e via l’obbligo dell’azione penale: così, per Morrone, si leverebber­o molti dei motivi che trascinano per anni processi sul «cane che aggredisce il cane del vicino». Ancora numeri: «In italia - chiude Zanettin - ci sono quattro Corti d’appello che fanno prescrizio­ne, note da sempre: Venezia, Torino, Roma e Napoli». Colpa dei magistrati veneziani? «Rispetto alla Corte di Milano, che funziona, i fascicoli a Venezia sono, in media, 528 per magistrato, contro 165. A fronte di ciò, le nuove piante organiche annunciate da Bonafede assegnano 10 nuovi elementi a Venezia e altri 7 a Milano. Ha senso?». Domanda per il ministro.

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