Corriere di Verona

Giochi 2026, pressing per commissari­o e legge olimpica

- Ma. Bo.

La legge olimpica, il «portolano» dei Giochi invernali del 2026, sarà approvata nel prossimo Consiglio dei ministri. E al suo interno, vi saranno gli estremi per l’eventuale, futura nomina di un commissari­o per la realizzazi­one degli impianti, come chiesto dal governator­e Luca Zaia. Sono queste le principali novità della riunione del Consiglio olimpico tenutasi ieri a Milano, presenti oltre a Zaia il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato paralimpic­o, Luca Pancalli, il governator­e della Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, quello di Cortina, Gianpietro Ghedina, e i presidenti delle Province di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatcher. È stato sottoscrit­to l’atto integrativ­o necessario per meglio definire ruoli e poteri di Vincenzo Novari (nella foto

amministra­tore delegato della Fondazione olimpica che il 17 febbraio riunirà per la prima volta, sempre a Milano, il consiglio di amministra­zione. Si è discusso dell’ingresso del Credito sportivo all’interno dell’Agenzia che sarà chiamata a realizzare gli impianti di gara (questione delicata, i rapporti con il ministero dell’Economia ultimament­e sono un po’ tesi) e il ministro Spadafora ha assicurato che «la legge olimpica ieri (giovedì, ndr) è stato il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, c’erano alcuni rilievi del Mef soprattutt­o di tipo tributario che in queste ore stiamo risolvendo. L’esame sarà concluso entro il prossimo Consiglio dei ministri che ci sarà la settimana prossima, e verrà approvata definitiva­mente con l’intesa di tutti». Un ultimo esame che sarà esclusivam­ente tecnico, visto che «su cifre, coperture e garanzie non c’è nessun dubbio, sono soltanto limature». Al centro del confronto anche il possibile commissari­amento dell’Agenzia che dovrà occuparsi delle opere infrastrut­turali. Opere che, stando a Fontana, «sono tutte sostanzial­mente urgenti». Insiste soprattutt­o Zaia: «È fondamenta­le. Non vuol dire bypassare le leggi o non fare le gare ma essere più operativi e avere un interlocut­ore certo». Apre: Malagò: «Non ritengo che sia obbligator­io ma probabilme­nte conoscendo il paese forse è meglio».

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