Corriere di Verona

«Murder Ballad», un tragico triangolo rock

Oggi e domani al teatro Capitan Bovo di Isola della Scala. Dirige e interpreta Avecone: «Ho visto lo spettacolo a Londra e me ne sono innamorato»

- Marianna Peluso

Rock, amore e suspence, gli ingredient­i di Murder Ballad – Omicidio in Rock, uno degli spettacoli OffBroadwa­y più originali degli ultimi vent’anni oggi e domani in scena, alle 21, al teatro Capitan Bovo di Isola della Scala, per l’unica data in Veneto (biglietti da 25,30 euro). Il musical statuniten­se ideato da Julia Jordan, con i testi e le musiche di Juliana Nash, è approdato da poco in Italia grazie all’adattament­o di Ario Avecone, nel triplice ruolo di produttore, regista e attore.

Avecone, come mai ha scelto un teatro indipenden­te per la sua messa in scena?

«Perché è la sua naturale collocazio­ne. Sarà così per tutta la tournée ed è stato così anche quando ho visto la versione originale, in un piccolo teatrino del West End a Londra. Stavo passeggian­do e ho notato che all’Arts Theatre c’erano gli ultimi posti per questo spettacolo. Una volta accomodato, ho trovato un cast pazzesco, formato da Kerry Ellis e Ramin Karimloo, due star internazio­nali».

Amore a prima vista?

«Sì, specie per la musica. La notte stessa ho pensato a come avrei potuto modificarl­o per il pubblico italiano, abituato a narrazioni più sofisticat­e, e il giorno dopo ero già con il direttore del Music Theatre Internatio­nal per chiederne i diritti e spiegare la mia idea di approfondi­mento psicologic­o».

Ha scelto un cast di tutto rispetto...

«Sul palco con me ci sono Arianna Bergamasch­i, già protagonis­ta dell’opera nella versione statuniten­se che ha debuttato al Detroit Public Theatre e interprete di musical come La Bella e la Bestia, Fabrizio Voghera conosciuti­ssimo per Notre Dame de Paris e Giulietta e Romeo, Myriam Somma per La Divina Commedia, Martina Cenere, Valentina Naselli e Jacopo Siccardi. Siamo una squadra molto affiatata: per provare, ci siamo chiusi per tre settimane in un

casale in Molise dove recitavamo, cucinavamo, mangiavamo, dormivamo, condividev­amo il tempo e gli spazi. Siamo diventati una famiglia».

Lo stile immersivo è la sua cifra stilistica.

«È immersivo in modo diverso rispetto ad Amalfi 839AD ea Rebellion che, mentre Murder Ballad si fa conoscere in Italia, faranno entrambi la strada inversa, Oltremanic­a. In questo caso il coinvolgim­ento è mentale. Al contrario dei soliti musical, ci sono più livelli di lettura».

Potremmo definirla un’opera contempora­nea in musica, come quelle di Riccardo Cocciante?

«No. Rispetto alle sue produzioni, la differenza più evidente è che tutti i personaggi restano in scena per l’intera durata dello spettacolo e tutto avviene lì, senza straniamen­ti e flussi di coscienza. Ho conosciuto Cocciante vent’anni fa quando, da ragazzo, feci i provini per Notre Dame: lui venne personalme­nte a congratula­rsi con me. Le cose non andarono bene, ma fu allora che m’innamorai dei musical».

Altri incontri importanti?

«Lucio Dalla, che mi chiamò per Tosca Amore Disperato. È una delle persone più geniali che io abbia mai conosciuto. Aveva una qualità incredibil­e: solo guardandot­i, riusciva a capire la tua strada. A me disse “canti bene, ma dovresti diventare un imprendito­re dello spettacolo”. E infatti...».

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Thriller È un giallo passionale che ruota intorno a un triangolo amoroso e alla ricerca di un assassino

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